Qasem Soleimani
Qāsem Soleimānī (in persiano: قاسم سلیمانی, nato nel 1957 - deceduto nel 2020), noto anche come Hāj Qāsem e Shahīd (martire) Soleimānī, fu comandante della Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC). Lui e Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle Forze di Mobilitazione Popolare irachene, furono assassinati da un attacco statunitense, il 3 gennaio 2020 a Baghdad.
Durante la guerra Iran-Iraq (1980-1988), Soleimani comandò la 41ª divisione Tharallah di Kerman e partecipò in veste di uno dei comandanti a operazioni chiave come Wal-Fajr VIII, Karbala IV e Karbala V. Nel 1997, fu nominato comandante della Forza Quds dalla guida suprema Sayyid Ali Khamenei. La Forza Quds è l'unità operativa internazionale del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell'Iran. Dopo la comparsa dell'ISIS in Iraq e Siria, Soleimani giocò un ruolo cruciale nella lotta contro tale gruppo terroristico. Uno dei suoi successi principali fu l’eliminazione della minaccia dell'ISIS da Samarra, Najaf e Karbala.
Le cerimonie funebri per Soleimani e i suoi compagni si tennero in numerose città irachene e iraniane. Personaggi illustri, tra cui Bashir Husayn al-Najafi a Najaf e Sayyid Ali Khamenei a Teheran, guidarono le preghiere funebri in presenza delle loro salme. Il funerale, considerato tra quelli con il più alto numero di presenze di tutta la storia, vide la partecipazione di circa 25 milioni di persone. Soleimani fu sepolto il 18 gennaio a Kerman nel Cimitero dei Martiri. Dopo il suo martirio fu promosso a tenente generale.
Biografia
Qasem Soleimani nacque l'11 marzo 1957 nel villaggio di Qanat Malek, vicino a Rabor, una cittadina nella provincia iraniana di Kerman, all'interno della tribù Soleimani. [1] A 18 anni iniziò a lavorare presso l’Azienda idrica provinciale. [2] In seguito, come da lui riportato, divenne uno degli organizzatori di manifestazioni e scioperi contro il regime Pahlavi durante la Rivoluzione islamica. [3] Si sposò durante la guerra Iran-Iraq [4] ed ebbe sei figli. [5]
Nel 2019, Soleimani fu insignito del titolo di "Servitore del mausoleo dell'Imam Reza (A)" per ordine di Sayyid Ebrahim Raisi, all’epoca responsabile dell’Istituto Astan Quds Razavi. [6] Dopo il suo martirio venne soprannominato il "Generale dei cuori", e fu prodotto numeroso materiale commemorativo. [7] Inoltre, in Iran, immagini e contenuti su Soleimani sono stati introdotti nei libri di testo scolastici. [8]
Caratteristiche
Tra le qualità distintive di Qasem Soleimani figurano: sincerità, coraggio, desiderio di martirio, devozione all’Ahl al-Bayt (A) e alla Wilayat al-Faqih, adorazione e spiritualità, ingegnosità militare, disciplina e vicinanza al popolo. [9] L'ayatollah Khamenei lo descrisse come un simbolo internazionale di resistenza, formato dall'Islam e dagli insegnamenti dell'Imam Khomeini. [10]
Durante la guerra imposta dall’Iraq all’Iran Dopo la Rivoluzione islamica in Iran, Qasem Soleimani si unì al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica nel 1980, diventando un membro dell'Unità di addestramento della caserma Quds a Kerman. [11] Nel 1981, sotto il comando di Mohsen Rezaei, divenne comandante della 41ª divisione Tharallah a Kerman. [12] Partecipò a operazioni decisive durante la guerra Iran-Iraq, tra cui Wal-Fajr VIII, Karbala IV e Karbala V. [13] Fu ferito due volte durante il conflitto, una delle quali gravemente. [14] Dopo la fine della guerra, nel 1988, Soleimani assunse per un breve periodo il comando del VII Corpo Sahib al-Zaman. [15] Successivamente, tornò a guidare la 41ª divisione Tharallah. Prima di essere nominato comandante della Forza Quds, fu attivamente impegnato nella lotta contro il narcotraffico lungo i confini tra l’Iran e l’Afghanistan. [16]
Comandante della Forza Quds
- Articolo principale: Forza Quds dell'IRGC
Nel 1998, l'ayatollah Khamenei nominò Soleimani comandante della Forza Quds. [17] La Forza Quds, fondata nel 1989, è l'unità operativa internazionale del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. Soleimani guidò la Forza Quds fino al suo martirio nel 2020. Dopo di lui, il comando passò a Ismail Qa'ani. [18]
= Combattere i talebani e al-Qaeda in Afghanistan
Qasem Soleimani e Ahmad Shah Massoud.
La nomina di Qasem Soleimani a comandante della Forza Quds coincise con l’apice dell'attività dei talebani in Afghanistan. [19] Era risaputo che collaborava con diverse fazioni dei mujaheddin, tra cui quella di Ahmad Shah Massoud. [20] Secondo i resoconti di alcuni mujaheddin, fu attivamente impegnato nei combattimenti contro i talebani e al-Qaeda. [21] Dei video documentano la sua presenza nella valle del Panjshir, dove incontrò Massoud durante la lotta dei mujaheddin contro i talebani. [22]
Secondo i militanti afghani, la presenza di Qasem Soleimani in Afghanistan era vista positivamente grazie alla sua personalità amichevole, che gli permise di guadagnare la fiducia di varie fazioni. Era riconosciuto per la sua capacità di facilitare il dialogo e creare opportunità per il cessate il fuoco e la cooperazione tra forze diverse. [23]
Combattere il regime israeliano in Libano e Palestina Durante l'invasione israeliana del Libano nella guerra dei 33 giorni del 2006, fu riportata la presenza di Qasem Soleimani nella periferia meridionale di Beirut e nella sala di comando centrale delle operazioni di Hezbollah. [24]
Secondo un leader del movimento di Hamas, Soleimani era strettamente legato a Hamas e forniva un significativo supporto alla resistenza palestinese. [25] Tra le sue attività si segnala la fornitura di armi avanzate a Hamas. [26] I tunnel sotterranei utilizzati contro Israele furono parte dei piani operativi sviluppati da Imad Mughniyeh e Soleimani, segno della loro collaborazione nelle strategie militari contro Israele. [27]
Combattere l'ISIS in Iraq
Qasem Soleimani insieme a Sayyid Hassan Nasrallah e Abu Mahdi al-Muhandis.
Soleimani fu un comandante di spicco nella battaglia contro l'ISIS in Iraq [28] e Siria. [29] L'ISIS, un gruppo estremista sorto dopo la caduta di Saddam Hussein e in assenza di un governo stabile in Iraq, costituiva una seria minaccia. [30] Nel 2014, quando l'ISIS catturò la città di Mosul e Baghdad si trovava esposta a pericoli imminenti, Qasem Soleimani incontrò Sayyid Ali Sistani, importante autorità religiosa residente in Iraq. Dopo questo incontro, l'ayatollah Sistani emise una fatwa che chiamava al jihad contro l'ISIS, e ciò fece sì che molti iracheni si mobilitassero e unissero nella lotta contro i gruppi terroristici. [31]
Insieme ad Abu Mahdi al-Muhandis, Soleimani giocò un ruolo cruciale nell'organizzazione di parte delle forze di al-Hashd al-Sha'bi per la campagna volta a espellere l'ISIS dall'Iraq. Haider al-Abadi, l’allora primo ministro dell'Iraq, riconobbe Soleimani come uno degli alleati chiave nella lotta contro l'ISIS, sottolineando la sua significativa influenza e coinvolgimento negli sforzi militari. [32]
In molte operazioni contro l'ISIS, tra cui la liberazione della città di Amerli nella provincia di Salah al-Din, [33] la riconquista di Tikrit, [34] la difesa della città di Erbil nel nord dell'Iraq, che ne impedì l’infiltrazione da parte dei miliziani [35] nonché la lotta a Samarra, [36] Soleimani fornì consigli strategici alle Forze di Mobilitazione Popolare, all'Esercito iracheno e alle forze del Governo Regionale del Kurdistan Iracheno.
Combattere i gruppi takfiri in Siria
Qasem Soleimani organizzò le Forze di Difesa Nazionale Siriane per combattere l'ISIS e i gruppi takfiri in Siria. [37] Nel 2011, le forze sotto il comando di Soleimani, tra cui la Divisione Fatimiyyun e la Brigata Zaynabiyyun, si recarono in Siria per contrastare l'ISIS e altri gruppi estremisti. [38] I suoi notevoli successi nella guerra siriana includono la liberazione di Boukamal, [39] la liberazione della città storica di Tadmur (Palmira) a sud-est di Homs [40] e altresì della città di al-Qusayr. [41]
Dichiarazione della fine dell'ISIS
Il 21 settembre 2017, Soleimani promise che avrebbe annunciato la fine del governo dell'ISIS sulla terra entro tre mesi. [43] Infatti, il 21 novembre 2017, Qasem Soleimani scrisse una lettera all'ayatollah Khamenei annunciando la fine del governo dell'ISIS. [42] In risposta, l'ayatollah Khamenei elogiò gli sforzi di Soleimani, affermando: "Sradicando il tumore dell'ISIS, non solo hai reso un grande servizio ai paesi della regione e al mondo musulmano, ma anche all'umanità".
Ricostruzione di Atabat al-Muqaddasa e processione di Arba'in
Il quartier generale per la ricostruzione di al-Atabat al-Muqaddasa (luoghi sacri) fu istituito con il supporto diretto della Forza Quds dell'IRGC sotto il comando di Qasem Soleimani, il quale nominò anche il responsabile del progetto. [44] Egli ebbe un ruolo significativo sia nel garantire la sicurezza dei pellegrini di Arba’in, sia nel fornire loro supporto logistico e servizi di conforto. [45] I suoi sforzi fecero sì che ai pellegrini iraniani di Arba’in non fosse più richiesto il visto per entrare in Iraq. [46]
Conferimento della medaglia Dhu l-Fiqar
Conferimento della medaglia Dhu l-Fiqar a Qasem Soleimani da parte dell'ayatollah Khamenei.
Nel febbraio 2010, Soleimani fu promosso al grado di maggior generale da Sayyid Ali Khamenei, comandante in capo delle forze armate iraniane. [47] Inoltre, il 19 marzo 2017, Khamenei conferì a Soleimani l'Ordine al Merito Dhu l-Fiqar, [48] un'onorificenza destinata ai comandanti militari di alto rango, il cui comando abbia portato a risultati o vittorie significative. [49] Soleimani fu il primo comandante a ricevere questa insegna dopo la Rivoluzione islamica del 1979. [50] Dopo il suo martirio nel 2020, fu promosso a tenente generale. [51]
Nel 2019, Qasem Soleimani fu citato tra i primi dieci pensatori nel campo della difesa e sicurezza nel numero speciale della rivista americana Foreign Policy, che ogni anno classifica i 100 pensatori più influenti del mondo. [52] Secondo uno dei comandanti dell'Esercito americano, il generale Soleimani era uno stratega calcolatore e operativo che rafforzava relazioni stabili e la posizione dell'Iran nella regione, unendo e consolidando con successo i gruppi sciiti. [53]
Assassinio e martirio
Corteo funebre di Qasem Soleimani a Teheran il 6 gennaio 2020.
Qasem Soleimani fu assassinato dalle forze americane il 3 gennaio 2020 (7 Jumada I, 1441), insieme ad Abu Mahdi al-Muhandis, vice capo delle Forze di Mobilitazione Popolare dell'Iraq, e ad altri, mentre si trovavano a bordo di un’auto vicino all'aeroporto di Baghdad. [54] Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti emise una dichiarazione in cui confermava che l'attacco era stato eseguito dietro ordine di Donald Trump, l'allora presidente degli Stati Uniti. [55]
Reazioni al suo assassinio
L'assassinio di Soleimani suscitò ondate di proteste in vari paesi e numerose cerimonie di lutto furono tenute in diverse città dell'Iran e di altri paesi. Diverse personalità politiche e religiose espressero la loro reazione all’evento. Nella sua dichiarazione sul martirio di Soleimani, l'ayatollah Khamenei lo definì una figura internazionale di resistenza, proclamando tre giorni di lutto nazionale in Iran. Anche altre figure politiche e religiose, tra cui i capi dei tre rami del governo iraniano e le autorità religiose di Iran e Iraq, elogiarono il coraggio, la sincerità e l'abnegazione di Soleimani nelle loro dichiarazioni. [56] [57] Tra le personalità non iraniane che condannarono l'assassinio vi furono Sayyid Hasan Nasrallah, Sayyid Abd al-Malik al-Houthi (leader di Ansar Allah in Yemen) e gli allora presidenti di Siria, Libano, Iraq e Turchia. [58] Agnès Callamard, relatrice speciale per l'ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), dichiarò che l’assassinio di Qasem Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis era illegale e violava il diritto internazionale. [59]
Vi sono stati vari tentativi di assassinare Qasem Soleimani, il primo dei quali risale al 1981, quando un medico affiliato all'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Khalq cercò di ucciderlo. [60] Nel mese di ottobre 2019, Husayn Taeb, capo dell'Organizzazione di intelligence dell'IRGC, annunciò l'arresto di alcune persone coinvolte in un complotto per assassinare Qasem Soleimani a Kerman. [61]
Ratifica dell'espulsione delle forze americane dall'Iraq
Danni alla base aerea di Ain al-Assad in seguito all'attacco di rappresaglia dell'IRGC.
Dopo il martirio di Soleimani e al-Muhandis, varie personalità e gruppi politici iracheni chiesero l'espulsione delle forze americane dall'Iraq. Il Parlamento iracheno ratificò questa richiesta il 5 gennaio 2020. [62] Va notato che, sia prima che dopo l’attacco alle basi delle Forze di Mobilitazione Popolare, molti individui e gruppi avevano già chiesto l’espulsione delle forze americane. Anche l’ayatollah Sayyid Kazim al-Ha'iri emise una fatwa con cui proibiva di consentire alle forze americane di rimanere in Iraq.
Azione di ritorsione dell'Iran Nelle prime ore dell'8 gennaio 2020, l'IRGC iraniano lanciò diversi missili balistici contro Ain al-Assad, un’importante base aerea utilizzata principalmente dalle forze americane, e un’altra base aerea americana a Erbil, in risposta all'assassinio di Qasem Soleimani. [63] L'Iran ha ripetutamente dichiarato che la giusta forma di vendetta consiste nell’espulsione degli Stati Uniti dal Medio Oriente.
Le esequie
L'ayatollah Khamenei mentre guida la preghiera funebre per Haj Qasem Soleimani e altri martiri. Funerale di Qasem Soleimani a Kerman.
Il corteo funebre per Qasem Soleimani, Abu Mahdi al-Muhandis e altri martiri si svolse il 4 gennaio 2020 a Baghdad, Karbala e Najaf, con la partecipazione di personalità politiche e religiose irachene e molti altri. [64] A Karbala, Sayyid Ahmad al-Safi, capo del sacro mausoleo di al-Abbas (A), [65] e a Najaf, Shaykh Bashir al-Najafi pregarono sulle loro salme. [66] Successivamente, le salme furono trasportate in Iran, dove il 5 gennaio 2020 si svolsero cortei funebri ad Ahwaz e Mashhad, con milioni di partecipanti, e il 6 gennaio 2020 a Teheran e Qom. [67] Il 16 gennaio 2020, a Teheran, Sayyid Ali Khamenei, leader della Repubblica islamica dell'Iran, pregò per le salme di Qasem Soleimani e dei suoi compagni, tra cui Abu Mahdi al-Muhandis. [68] La cerimonia finale si tenne il 7 gennaio a Kerman, dove Qasem Soleimani fu sepolto. [69]
Durante la cerimonia funebre a Teheran, Ismail Haniyeh, capo dell'ufficio politico di Hamas, sottolineò gli sforzi di Qasem Soleimani per liberare la Palestina dall'occupazione israeliana, riferendosi a lui come "il Martire di Quds". [70] Secondo il portavoce del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, circa 25 milioni di persone parteciparono alle esequie di Soleimani. [71] Secondo l’edizione in lingua araba di Russia Today, il raduno per la cerimonia di sepoltura di Soleimani è stato il secondo più grande raduno di sempre, dopo quello per la cerimonia funebre dell'Imam Khomeini. [72]
Il testamento di Soleimani
Il testamento letto a Teheran quaranta giorni dopo il martirio di Qasem Soleimani da Ismail Qa'ani, [73] il nuovo comandante della Forza Quds, enfatizzava il sostegno a Sayyid Ali Khamenei, l'attenzione verso i figli dei martiri e il rispetto per le Forze armate iraniane. Nel suo testamento, Soleimani sottolineava anche l'importanza della Repubblica Islamica, descrivendola come la tenda e il santuario di Husayn ibn Ali (A). Avvertiva che qualora il nemico distruggesse questo santuario, non rimarrebbe nessun altro santuario, né quello di Abramo (Masjid al-Haram) né quello di Muhammad (S) (Masjid al-Nabi). [74]
Cerimonie per l’anniversario
Ogni anno, in occasione dell'anniversario del martirio di Soleimani, si svolgono cerimonie di commemorazione a Kerman e in altre città dell'Iran. La cerimonia di Kerman vede la partecipazione di persone provenienti da diverse città iraniane e da altri paesi.
Attacco terroristico a Golzar-i Shuhada' di Kerman
Il 3 gennaio 2024, un attacco terroristico ha colpito la strada che conduce al cimitero Golzar Shuhada' (Giardino dei martiri) di Kerman, causando 368 vittime. [75] L'attacco ha provocato la morte di 94 persone, di cui 56 erano donne e bambini. Tredici vittime provenivano dall'Afghanistan. [76] L'ISIS ha rivendicato la responsabilità dell'attacco. [77] In risposta, il 16 gennaio 2024, il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (IRGC) ha preso di mira i quartieri generali affiliati all'ISIS in varie regioni della Siria. [78]
Opere multimediali
Sono stati realizzati diversi documentari sulla vita e le attività di Qasem Soleimani, tra cui Qasem, [79] Memories of That Man, [80] 72 Hours [81] e Early January. [82] Inoltre, il documentario Qasem è stato doppiato in spagnolo da Hispan TV. [83] Sono stati realizzati documentari in varie lingue in tutto il mondo, inclusi alcuni trasmessi dalla televisione finlandese. [84] Ad Ahvaz, in Iran, a gennaio 2021 si era tenuto un incontro di produzioni mediatiche intitolato "Scuola di Haj Qasem Soleimani".
Monografie
I Feared Nothing: The Autobiography of Qasem Soleimani, 1957-1979.
Sono state pubblicate numerose opere in persiano e in altre lingue su Qasem Soleimani, tra cui:
- I Feared Nothing, l’autobiografia di Qasem Soleimani, è un libro di 136 pagine pubblicato nel 2021, che raccoglie i manoscritti personali di Soleimani, in cui descrive la sua infanzia e la sua vita nel villaggio di Qanat Malek a Kerman e la sua lotta contro il governo Pahlavi nel 1979. Questo libro è stato tradotto in inglese. [86]
- Sarbazan-e Sardar (I soldati del generale), scritto da Murtada Karamati, racconta la vita di Qasem Soleimani e dei martiri che hanno difeso i mausolei [sciiti] in Iraq e Siria. Il libro è stato tradotto in turco da Aykot Pazarbashi e pubblicato da Feta Publications in Turchia. È composto da 208 pagine. [87]
- Haj Qasem: jostari dar khaterat-i Haj Qasem Soleimani (Haj Qasem: uno studio sui ricordi di Haj Qasem Soleimani) è un libro di 167 pagine che raccoglie i ricordi e i discorsi di Soleimani sulla guerra Iran-Iraq. È stato pubblicato da Ya-Zahra (A) Publishing House nel 2015 [88] e successivamente tradotto in arabo e pubblicato da Jamiat al-Ma'arif in Libano. [89]
- Aql-e Sorkh (Intelletto rosso), è una raccolta di articoli e saggi di autori di scienze sociali che esplora la personalità e la visione del mondo di Qasem Soleimani. [90]
- La dottrina Soleimani, formazione ed evoluzione dell’asse della resistenza scritto in italiano da Daniele Perra, pubblicato da Anteo Edizioni nel 2024.
- Qasem Soleimani, un combattente di Dio pubblicato in italiano dall’Associazione Islamica Imam Mahdi nel 2023. L’opera, di 250 pagine, è divisa in tre parti. La prima consta di un saggio introduttivo dell’ayatollah Mesbah Yazdi nonché alcune lettere e discorsi del generale Soleimani, oltre al suo testamento politico-spirituale. Nella seconda parte sono stati selezionati messaggi e discorsi dedicati al martire da parte di alcune delle più importanti guide religiose e politiche del mondo islamico contemporaneo. La terza parte, invece, è composta da venti racconti di familiari e amici intimi di Qasem Soleimani sulla sua vita, personalità e insegnamenti.
- Coraggio e fede, l’esempio del generale Qassem Soleimani nella lotta contro il terrorismo internazionale a cura di Hanieh Tarkian, scritto in italiano e pubblicato nel 2022 da Passaggio al Bosco. Questo libro – che unisce storia, geopolitica e narrazione biografica, vuol essere un contributo alla comprensione di una personalità che ha saputo unire mistica e politica, fede e pragmatismo, lucidità e coraggio, solidarietà e martirio. Il libro consta di 194 pagine.