Versetto Ulu al-Amr

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Il versetto Ulu al-Amr (in arabo: أولو الأَمْر, letteralmente: gente del comando) o il “versetto dell’obbedienza” (Sacro Corano, 4:59) ordina ai credenti di obbedire a Iddio, all’Inviato di Dio [Muhammad] (S) e agli Ulu al-Amr. Secondo l’opinione degli sciiti e di alcuni sunniti, come Fakhr al-Din al-Razi, questo versetto dimostra l’infallibilità degli Ulu al-Amr.

Gli sciiti, basandosi sulle tradizioni, sono conviti che il termine Ulu al-Amr riguardi gli Imam sciiti (A) e questo versetto indica la loro infallibilità e il dovere di obbedire loro; invece i sunniti hanno opinioni divergenti al riguardo. I califfi ben guidati, ogni governatore equo e l’insieme della umma islamica sono referenti che i sapienti sunniti hanno indicato per il termine Ulu al-Amr.

Testo e traduzione del versetto

يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آمَنُواْ أَطِيعُواْ الله وَأَطِيعُواْ الرَّسُولَ وَأُوْلِي الأَمْرِ مِنكُمْ فَإِن تَنَازَعْتُمْ فِي شَيْءٍ فَرُدُّوهُ إِلَى الله وَالرَّسُولِ إِن كُنتُمْ تُؤْمِنُونَ بِاللهِ وَالْيَوْمِ الآخِرِ ذَلِكَ خَيْرٌ وَأَحْسَنُ تَأْوِيلاً ﴿۵۹ نساء﴾ O voi che avete prestato fede, obbedite a Iddio, al Profeta [Muhammad] e [anche] ai vostri Ulu al-Amr. Quindi ogniqualvolta avete una divergenza di opinioni in merito ad una questione [religiosa], se credete in Dio e nel Giorno della resurrezione, confrontatela con [il Libro di] Dio e [la sunna] del [Suo] Profeta. Questo è meglio e avrà un lieto fine migliore.

La dimostrazione dell’infallibilità e l’obbligo di obbedienza agli Ulu al-Amr

Secondo gli esegeti sciiti, il versetto Ulu al-Amr dimostra l’infallibilità degli Ulu al-Amr. [1] L’allamah Tabatabai afferma che la citazione degli Ulu al-Amr dopo il Profeta (S), senza la ripetizione del verbo “uti’u” (in arabo: أَطِيعُواْ, obbedite) indica che allo stesso modo che l'obbedienza all’Inviato di Dio (S) è assolutamente obbligatoria, anche l’obbedienza agli Ulu al-Amr è obbligatoria senza condizioni. [2] Se Iddio comanda l’obbedienza a qualcuno senza condizioni, quell’individuo, sarà infallibile; poiché se così non fosse e comandasse di peccare, ciò necessiterebbe un ossimoro, cioè bisognerebbe obbedire (per ordine divino) e non obbedire (poiché l’essere umano non deve peccare). [3] Anche Fakhr al-Din al-Razi, un esegeta sunnita, era convinto che questo versetto dimostri l’infallibilità degli Ulu al-Amr. Però non considerava gli Imam sciiti come tali referenti del versetto. [4]

Ibn Taymiyya [5], precursore del salafismo, e Nasir al-Qifari [6] wahabita, sostenevano che la frase coranica “quindi ogniqualvolta avete una divergenza di opinioni in merito ad una questione … confrontatela con [il Libro di] Dio e [la sunna] del [Suo] Profeta” significa che oltre all’Inviato di Dio [Muhammad] non c’è altro infallibile; poiché in questo [passo del] versetto è stato ordinato ai credenti di far riferimento a Iddio e al Profeta (S) in caso di divergenza [religiosa]. Secondo loro, se esistesse altro infallibile oltre al Profeta (S), Iddio avrebbe ordinato di consultare anche lui. In risposta a tali individui, è stato detto che per “divergenza” s'intende una divergenza in merito alle norme generali dell’Islam la cui legislazione spetta a Iddio e all’Inviato di Dio (S); e gli Imam (A) agiscono sempre in modo da eseguire le norme di Dio e del Profeta (S).[7] Inoltre in base al versetto 83 della sura Nisa’, consultare gli Imam (A) equivale a consultare Iddio e il Profeta (S); infatti gli Imam (A) nella salvaguardia della religione sono come il Profeta (S). [8]

Chi sono gli Ulu al-Amr?

In merito ai referenti degli Ulu al-Amr, c’è divergenza di opinione tra la scuola sciita e quella sunnita: gli sciiti sostengono che Ulu al-Amr indica i dodici Imam mentre, secondo i sunniti, i califfi ben guidati o i governatori equi oppure i sapienti sono referenti degli Ulu al-Amr.

Gli Imam sciiti

Numerosi hadith nelle fonti sciite [9] e sunnite [10] presentano gli Imam (A) come referenti degli Ulu al-Amr. [11] I sapienti sciiti in base a queste tradizioni, considerano i dodici Imam referenti degli Ulu al-Amr.[12] Alcuni di questi hadith sono: 1. Jabir ibn Abdullah Ansari in un hadith, noto come “hadith di Jabir”, chiese al Profeta [Muhammad] (S) riguardo al termine “Ulu al-Amr”. Il Profeta (S) replicò che essi sono i suoi successori e Imam dei musulmani dopo di lui, il cui primo è Ali ibn AbiTalib e dopo di lui citò il nome di ognuno dei [rimanenti] dodici Imam. [13] 2. Nell’esegesi del versetto Ulu al-Amr, da parte dell’Imam Baqir (A), è stato tramandato che gli uli-l-amr sono discendenti di Ali e di Fatimah (A) fino a quando arriverà il Giorno della resurrezione. In un altro hadith attribuito all’Imam Baqir (A) è stato riportato che Iddio intende solo loro [Imam] per Ulu al-Amr e ha ordinato a tutti i credenti di seguirli fino al Giorno della resurrezione.[14] 3. Imam Sadiq (A): “Essi (gli Ulu al-Amr) sono Ali ibn AbiTalib, Hasan, Husayn, Ali ibn Husayn, Muhammad ibn Ali e Ja’far, ovvero me. Siate grati a Dio che vi ha fatto riconoscere i vostri Imam e guide in un’epoca in cui la gente li ripudia.” [15]

I califfi ben guidati e ogni governatore equo

I sapienti sunniti hanno opinioni differenti riguardo ai referenti degli Ulu al-Amr. Alcuni considerano i califfi ben guidati referenti degli Ulu al-Amr e altri affermano che sono i sapienti religiosi. Alcuni hanno anche sostenuto che i comandanti delle guerre sono referenti degli Ulu al-Amr.[16] Secondo l’opinione di Zamakhshari, esegeta sunnita, tale termine indica qualsiasi governatore equo che governa in base alla religione; come i califfi ben guidati e i governatori che agiscono come loro. [17]Fakhr al-Din al-Razi considerava gli Ahl al-Hall wa al-Aqd (letteralmente: gente che scoglie e lega), ovvero persone influenti, referenti degli Ulu al-Amr che diventano un’autorità attendibile con il consenso della umma.[18]

L’opinione dell’Allamah Tabatabai

L’Allamah Tabatabai nell’esegesi Al-mizan afferma che Ulu al-Amr si riferisce a coloro che, ognuno di essi, dal punto di vista dell’infallibilità e dell’obbligo di eseguire i loro ordini, sono come il Profeta; aggiungendo che, se il significato di Ulu al-Amr è ampio, ciò non è in contrasto col fatto che i suoi referenti siano definiti e limitati; infatti nello stesso versetto il termine rasul ha un ampio significato ma si riferisce certamente solo al nobile Muhammad (S). [19]

Footnote

  1. Ṭūsī, Al-Tibyān, vol. 3, p. 236; Ṭabrisī, Majmaʿ al-bayān, vol. 3, p.100; Ṭabāṭabāʾī, Al-Mīzān, vol. 4, p. 391.
  2. Ṭabāṭabāʾī, Al-Mīzān, vol. 4, p. 391.
  3. Muẓaffar, Dalāʾil al-ṣidq, vol. 2, p. 17.
  4. Fakhr al-Rāzī, al-Tafsīr al-Kabīr, vol. 10, p. 113-114.
  5. Ibn Taymīyya, Minhāj al-sunna, vol. 3, p. 381.
  6. Qifārī, Uṣūl-i madhhab al-Shīʿa, vol. 2, p. 792.
  7. Makārim Shīrāzī, Tafsīr-i nimūna, vol. 3, p. 441; Ṭabāṭabāʾī, Al-Mīzān, vol.4, pp.388 - 389.
  8. Ṭūsī, Al-Tibyān, vol. 3, p. 236; Ṭabrisī, Majmaʿ al-bayān, vol. 3, p. 100.
  9. Baḥrānī, Ghāyat al-marām, vol. 3, pp. 109-115.
  10. Ibn Mardawayh, Manāqib ʿAlī b. Abī Ṭālib, p. 236; Ḥākim al-Ḥaskānī, Shawāhid al-tanzīl, Vol. 1, pp. 190-191.
  11. Makārim Shīrāzī, Āyāt al-wilāya fi l-Qurʾān, p. 116.
  12. Ṭūsī, Al-Tibyān, vol. 3, p. 236; Ṭabrisī, Majmaʿ al-bayān, vol. 3, p.100; Ṭabāṭabāʾī, Al-Mīzān, vol. 4, p. 399.
  13. Khazzāz al-Qummī, Kifāyat al-athar , pp. 54-55; Qundūzī, Yanābīʿ al-mawadat, Vol. 1, p. 341.
  14. Baḥrānī, al-Burhān, p. 383, 386.
  15. ʿAyyāshī, , Tafsīr al-ʿAyyāshī, p. 252, H. 174.
  16. Fakhr al-Rāzī, al-Tafsīr al-Kabīr, vol. 10, pp.113, 114.
  17. Zamakhsharī, Tafsīr al-kashshāf, vol. 10, p. 113,114.
  18. Fakhr al-Rāzī, al-Tafsīr al-Kabīr, vol. 10, p.113.
  19. Ṭabāṭabāʾī, Al-Mīzān, vol. 4, p. 401.

Riferimenti

  • ʿAyyāshī, Muḥammad b. Masʿūd al-. Tafsīr al-ʿAyyāshī. Edited by Hāshim Rasūlī Maḥallatī. Tehran: Maktabat al-ʿIlmīyya al-Islāmīyya, 1363 Sh.
  • Baḥrānī, Sayyid Hāshim al-. Al-Burhān fī tafsīr al-Qurʾān. Qom: Ismāʾīlīyān, n.d.
  • Baḥrānī, Hāshim b. Sulaymān al-. ''Ghāyat al-marām wa ḥujjat al-khaṣām fī taʿīn al-imām min ṭarīq al-khāṣ wa al-ʿām''. Edited by ʿAlī ʿĀshūr. Beirut: 1422 AH-2001.
  • Fakhr al-Rāzī, Muḥammad b. ʿUmar al-. Mafātīḥ al-ghayb (al-Tafsīr al-kabīr). Third edition. Beirut: Dār Iḥyāʾ al-Turāth al-ʿArabī, 1420 AH.
  • Ḥākim al-Ḥaskānī, ʿUbayd Allāh b. ʿAbd Allāh al-. ''Shawāhid al-tanzīl li-qawāʿid al-tafḍīl''. Tehran: Sāzmān-i Chāp wa Intishārāt-i Wizārat-i Irshād-i Islāmī, 1411 AH.
  • Ibn Mardawayh, Ahmad b. Mūsā. ''Manāqib ʿAlī b. Abī Ṭālib''. Qom: Dār al-Ḥadīth, 1424 AH.
  • Ibn Taymīyya, Aḥmad b. ʿAbd al-Ḥalīm. ''Minhāj al-sunna al-nabawīyya fī naqd kalām al-shīʿa al-qadarīyya''. Edited by Muḥammad Rashād Sālim. Riyadh: Jāmiʿat al-Imām Muḥammad b. Saʿūd al-Islāmīyya, 1406 AH/1986.
  • Khazzāz al-Qummī, ʿAlī b. Muḥammad b. ʿAlī al-. ''Kifāyat al-athar fī l-naṣṣ ʿalā l-aʾimmat al-ithnā ʿashar''. Edited by ʿAbd al-Laṭīf Ḥusaynī Kūhkamaraʾī Khoeī. Qom: Bīdār, 1401 AH.
  • Makārim Shīrāzī, Nāṣir. Āyāt-i wilāyat dar Qurʾān. Qom: Intishārāt-i Nasl-i Jawān, 1386 Sh.
  • Makārim Shīrāzī, Nāṣir. ''Tafsīr-i nimūna''. Tehran: Dār al-Kutub al-Islāmiyya, 1371 Sh.
  • Muẓaffar, Muḥammad Ḥasan al-. Dalāʾil al-ṣidq. Tehran: Maktabat al-Dhujāj, n.d.
  • Qifārī, Nāṣir b. ʿAbd Allāh. ''Uṣūl-i madhhab al-Shīʿa''. [n.p]. 1415 AH.
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  • Ṭabrisī, Faḍl b. al-Ḥasan al-. Majmaʿ al-bayān fī tafsīr al-Qurʾān. Edited by Hāshim Rasūlī Maḥallatī. Beirut: Dār Iḥyāʾ al-Turāth al-ʿArabī, 1379 AH.
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  • Zamakhsharī, Maḥmūd b. ʿUmar al-. ''Tafsīr al-kashshāf''. Beirut: Dār al-Kutub al-ʿArabī, 1407 AH.