Versetto dell'Ahl al-Dhikr
Il Versetto Ahl al-Dhikr (in arabo: آية أهل الذكر, lett.: il versetto della Gente del Ricordo) o il Versetto al-Su'al (in arabo: آية السؤال, lett.: il versetto della domanda), ripetuto [quasi alla lettera] nel 43° versetto della XVI sura e nel 7° versetto della XXI sura del Corano, invita tutti, in particolare i politeisti, a chiedere agli esperti la verità sulla missione profetica del Profeta (S). Il versetto in esame fu rivelato quando i politeisti meccani negarono la missione del Profeta (S), sostenendo che Dio avrebbe dovuto scegliere un angelo come profeta.
Secondo gli esegeti coranici, in questo versetto l’espressione Ahl al-Dhikr allude ai sapienti ebrei e cristiani o a coloro che conoscono la storia dei popoli passati. L’esortazione a "chiedere" citata nei versetti invita a porre domande sui segni relativi alla missione profetica riportati nelle fonti precedenti.
Nelle loro interpretazioni dei due versetti, gli esegeti hanno citato numerosi hadith, provenienti da fonti sciite e sunnite, secondo i quali l’esempio più evidente dell’Ahl al-Dhikr è l’Ahl al-Bayt (A), la famiglia del Profeta (S), da cui andrebbero apprese le norme religiose e l'esegesi coranica.
Nei libri sui principi della giurisprudenza ci si avvale del versetto dell'Ahl al-Dhikr per addurre argomenti in favore dell'affidabilità de al-khabar al-wahid (resoconto singolo).
Testo e Traduzione
وَمَا أَرْسَلْنَا مِن قَبْلِكَ إِلَّا رِجَالًا نُوحِي إِلَيْهِمْ فَاسْأَلُوا أَهْلَ الذِّكْرِ إِن كُنتُمْ لَا تَعْلَمُونَ “Non abbiamo inviato prima di te altri che uomini a cui rivelavamo. Chiedete all’ Ahl al-Dhikr, se non sapete.” — Corano 16:43; 21:7
Occasione della Rivelazione
Secondo un hadith trasmesso da Ibn 'Abbas, quando Muhammad (S) fu scelto come profeta, la gente della Mecca negò la sua missione, affermando che Dio è troppo grande per scegliere un essere umano come Suo inviato. Questo versetto, unitamente al 2° versetto della X sura del Corano: "È forse strano per questa gente che abbiamo rivelato a un uomo tra loro?" [1], fu rivelato in risposta a tali affermazioni da parte dei politeisti. È stato inoltre affermato che il versetto dell’Ahl al-Dhikr fu rivelato in risposta ai politeisti, i quali sostenevano che l’inviato di Dio avrebbe dovuto essere un angelo, e non un essere umano. [2]
Contenuto
Nel suo tafsir coranico Majma' al-bayan, al-Tabrisi spiega che la prima parte del versetto lascia intendere che Dio ha inviato il Suo Messaggero scegliendolo tra gli esseri umani, affinché essi potessero vederlo, parlargli e comprendere le sue parole. Non sarebbe pertanto ragionevole inviare un angelo come profeta. [3]
L’'Allama Tabataba'i ritiene che il versetto riguardi il modo in cui i profeti vengono inviati, affinché i politeisti comprendano che un invito alla religione è un invito ordinario, se non fosse per il fatto che colui che lo trasmette riceve per rivelazione ciò che è nel miglior interesse della vita prima e dopo la morte. Secondo lui, non vi è alcuna forza nascosta capace di dominare il libero arbitrio delle persone e costringerle ad accettare il messaggio religioso. [4] Secondo questa interpretazione, benché la seconda parte del versetto, ossia "Chiedete all’Ahl al-Dhikr se non sapete", sembri rivolta al Profeta (S) e alla sua gente, in realtà è indirizzata a tutti, in particolare ai politeisti, affinché si rivolgano a persone sapienti quando ignorano la verità della missione profetica. [5]
Per Makarem Shirazi, la seconda parte del versetto (consultare chi possiede conoscenza) sottolinea e sostiene che i profeti sono incaricati di trasmettere la rivelazione tramite mezzi ordinari, e non per mezzo di una forza straordinaria che sconvolga le leggi della natura, costringendo la gente ad accettare il messaggio e ad abbandonare ogni forma di deviazione o peccato; in tal caso la fede non costituirebbe più una virtù né un titolo d’onore. [6]
L’Ahl al-Dhikr e i suoi esempi
Gli esegeti coranici hanno trattato i possibili esempi dell’Ahl al-Dhikr (Gente del Ricordo) e, in base al contesto del versetto, essi ritengono che l’espressione indichi persone sapienti che sono strettamente associate al "dhikr" (ossia al Corano e ad altre scritture). In questi due versetti essa si applica a sapienti ebrei e cristiani [7] o a quanti conoscono la storia e il destino dei popoli passati. [8] Il “chiedere” riguarda le domande in merito ai segni della missione profetica presenti nelle loro Scritture. [9] Gli esegeti, tuttavia, ampliano il concetto di Ahl al Dhikr anche ad altre figure. Due interpretazioni principali sono proposte rispettivamente da esegeti sciiti ed esegeti sunniti:
La Famiglia del Profeta (A)
Basandosi su una serie di hadith, [10] gli esegeti sciiti affermano che gli esempi più importanti di Ahl al-Dhikr sono l’Ahl al-Bayt (A), la Famiglia del Profeta (S). [11] Fonti sunnite di esegesi coranica riportano altresì hadith di Ibn 'Abbas, fra gli altri, secondo cui la frase si riferisce a Muhammad (S), Ali (A), Fatima (A), al-Hasan (A) e al-Husayn (A), in quanto persone di conoscenza e ragione. [12] Al-Qurtubi e al-Tabari, due esegeti sunniti, sotto il 7° versetto della XVII sura del Corano, riportano un hadith secondo cui Ali (A), dopo la rivelazione del versetto, dichiarò: "Noi siamo l’Ahl al-Dhikr". [13]
Inoltre, nel libro Basa'ir al-darajat, nel capitolo intitolato "Degli Imam della Famiglia di Muhammad (A), l’Ahl al-Dhikr che Dio ci ha comandato di interrogare", sono riportati 28 hadith che presentano l’Ahl al-Bayt (A) come la Gente del Ricordo. [14] Nel suo Bihar al-anwar, al-Majlisi cita hadith analoghi nel capitolo intitolato "Di loro [gli Imam] - la pace sia su di loro - che sono il Dhikr e l’Ahl al-Dhikr". In base a tali hadith, l’espressione Ahl al-Dhikr indica gli Imam dello Sciismo. [15]
Questi hadith sono stati spiegati così: i versetti non riguardavano direttamente gli Imam (A), poiché per i miscredenti della Mecca era impossibile interpellarli, e se l’avessero fatto non avrebbero accettato le loro parole dato che non avevano accettato nemmeno le parole del Profeta (S). Pertanto tali hadith vanno intesi come analogie e metafore: essi stabiliscono che gli esperti vanno consultati in ogni questione. Di conseguenza, così come i sapienti dei popoli passati vanno interrogati sulla natura umana dei profeti precedenti, agli Imam infallibili (A) si devono chiedere le norme islamiche. [16]
Makarem Shirazi osserva che il fatto che il versetto sia stato rivelato a proposito di sapienti ebrei e cristiani non esclude che l’Ahl al‑Bayt (A) sia l’esempio più eminente dell’Ahl al‑Dhikr. Negli hadith esegetici, infatti, l’esistenza di un caso particolare non limita l’ambito generale del versetto. [17]
I sapienti
Secondo Najjarzadigan, in base al contesto del versetto, l’espressione Ahl al‑Dhikr è spesso intesa come la Gente del Libro o, più in generale, come persone sapienti. [18] Comprende dunque tutti coloro che possiedono conoscenza e consapevolezza più ampie. Il versetto è considerato orientativo (irshadi): costituisce un promemoria di un principio razionale secondo cui chi non è ferrato in un determinato campo dovrebbe rivolgersi a chi sa; non si tratta quindi di un comando devozionale (ta'abbudi) o autoritativo (mawlawi). [19]
Gli esegeti sunniti hanno menzionato quindici possibili significati [20] per l’espressione Ahl al‑Dhikr, raggruppabili in tre categorie: la Gente del Libro in senso generale (che include qualsiasi Scrittura fuorché la Torah e il Vangelo), la Gente del Libro in senso specifico (limitata alla Torah e al Vangelo), la Gente del Corano [21] o i sapienti della Famiglia del Profeta (A). [22]
Un’applicazione giurisprudenziale: l’affidabilità del resoconto singolo
Nei princìpi della giurisprudenza il versetto dell’Ahl al‑Dhikr è citato come prova a favore dell’affidabilità dell’al‑khabar al‑wahid (resoconto singolo). Il ragionamento è che, rendendo obbligatorio chiedere alla “Gente del Ricordo”, il versetto implica anche l’obbligo di accogliere le loro risposte, altrimenti il dovere di chiedere non avrebbe alcun senso. [23] Sono state tuttavia sollevate alcune obiezioni a tale argomentazione: per esempio, Murtada al-Ansari ha osservato che l’espressione “Ahl al‑Dhikr” in questi versetti si riferisce agli Imam sciiti piuttosto che ai trasmettitori dei loro hadith. [24] Pertanto, il versetto è irrilevante per l'affidabilità o la validità del resoconto singolo.