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Versetto Siqayat al-Hajj

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Versetto Siqāyat al-ḥājj

Il Versetto Siqāyat al-ḥājj (in Arabo: آية سِقایةُ الْحاج) o fornire acqua ai pellegrini dell'hajj afferma che la fede in Dio e nel Giorno della Resurrezione, nonché il jihad sulla via di Dio, sono superiori al dare acqua ai pellegrini dell'hajj e al possedere la chiave della moschea al-Haram.

Si narra che l'occasione della rivelazione di questo versetto fu la seguente: Abbas ibn Abd al-Muttalib si vantava di aver ospitato i pellegrini dell'hajj e Shayba ibn 'Uthman si vantava di possedere la chiave della Ka'ba. L'Imam Ali (A) disse che la sua fede in Dio e nel Giorno della Resurrezione, nonché il suo jihad sulla via di Dio, erano superiori ai loro onori. Il versetto fu rivelato a conferma delle osservazioni dell'Imam Ali (A).

Alcuni sapienti hanno citato questo versetto come prova della superiorità dell'Imam Ali (A) sugli altri compagni del Profeta (S) e della sua legittimità alla wilayah e alla successione dopo il Profeta (S). Nel Consiglio dei sei membri, lo stesso Imam Ali (A) ricorse a questo versetto per dimostrare la propria superiorità.

Anche l'Imam al-Hasan (A), nel suo trattato di pace con Mu'awiyyah, si appellò a questo versetto per dimostrare la virtù e la superiorità dell'Imam Ali (A).

Testo e traduzione

أَجَعَلْتُمْ سِقَايَةَ الْحَاجِّ وَعِمَارَةَ الْمَسْجِدِ الْحَرَامِ كَمَنْ آمَنَ بِاللَّهِ وَالْيَوْمِ الْآخِرِ وَجَاهَدَ فِي سَبِيلِ اللَّهِ ۚ لَا يَسْتَوُونَ عِندَ اللَّهِ ۗ وَاللَّهُ لَا يَهْدِي الْقَوْمَ الظَّالِمِينَ


"Considerate forse coloro che forniscono acqua ai pellegrini dell'hajj e servono la Sacra Moschea come simili [in valore] a qualcuno che crede in Allah e nell’Ultimo Giorno e intraprende il jihad sulla via di Allah? Non sono uguali di fronte ad Allah, e Allah non guida la sorte degli ingiusti".



(Sacro Corano 9:19)


Introduzione

Il 19° versetto della IX sura del sacro Corano è chiamato Versetto Siqayat al-hajj, cioè fornire acqua ai pellegrini dell’hajj.[1] Il versetto paragona il dissetare i pellegrini dell'hajj, il possedere la chiave della Ka'ba e la protezione della moschea al-Haram alla fede in Dio e nel Giorno della Resurrezione, così come al jihad sulla via di Dio.[2] Esso smentisce la visione secondo cui fornire acqua ai pellegrini e avere la chiave della moschea al-Haram siano superiori alla fede in Dio e nel Giorno della Resurrezione, nonché al jihad sulla via di Dio.[3]

La responsabilità del fornire acqua ai pellegrini dell'hajj e quella di avere la chiave della Ka'ba erano tra le posizioni più importanti alla Mecca prima dell'avvento dell'Islam;[4] erano ricoperte da personaggi di spicco della città.[5] I Banu Hashim[6] erano responsabili di queste posizioni, sotto la supervisione di Abbas ibn Abd al-Muttalib.[7] Le due posizioni sono state confermate dall'Islam.[8]

Occasione della rivelazione

Si narra che l'occasione della rivelazione del versetto fu la seguente: ci fu una conversazione tra l'Imam Ali (A) e 'Abbas ibn Abd al-Muttalib e Shayb ibn 'Uthman. Gli ultimi due si vantavano delle posizioni che ricoprivano. 'Abbas si vantava dell'importanza della sua posizione nell'accogliere i pellegrini dell'hajj, e Shayba ibn 'Uthman o Talha ibn Shayba espresse il suo orgoglio per proteggere la Casa di Dio e averne la chiave. Infine, chiesero all'Imam Ali (A) di fare da arbitro per dichiarare quale posizione fosse superiore. L'Imam Ali (a) rifiutò la superiorità di entrambe le posizioni, dicendo che era orgoglioso della propria fede in Dio e nel Giorno della Resurrezione, così come del jihad sulla via di Dio che preparava il terreno per la conversione di persone come loro. Dopo un po', il Profeta (S) venne a conoscenza della vicenda e quindi fu rivelato il versetto sopraccitato, a conferma della visione dell'Imam Ali (A).[9]

Questa storia sull'occasione della rivelazione del versetto è citata in varie fonti, anche se con lievi differenze.[10] Alcuni credono che questa fosse una storia ben nota,[11] sostenendo che il versetto fu certamente rivelato in merito all'Imam Ali (A),[12] e conta come una sua virtù esclusiva.[13] Vi sono hadith trasmessi dall'Imam al-Hasan (A),[14] dall'Imam al-Sadiq (A),[15] da Abd Allah ibn Abbas e altri,[16] in cui si dice che il versetto fu rivelato in riferimento all'Imam Ali (A).

Alcuni credono che il versetto siqayat al-hajj non sia una dichiarazione di una legge generale, bensì riguardi un evento specifico con una particolare occasione di rivelazione.[17] Altri tuttavia sostengono che sebbene il versetto sia stato rivelato in merito all'Imam Ali (A), può anche essere generalizzato per includere altri referenti.[18] Ci sono altri resoconti sull'occasione della rivelazione del versetto[19], sia in fonti sciite che sunnite.[20]

Nelle fonti

Il resoconto secondo cui il versetto fu rivelato riguardo all'Imam Ali (A) è citato da molti sapienti e figure di spicco.[21] È citato da esegeti del Corano sciiti come Furat ibn Ibrahim al-Kufi (m. 352/963-4)[22] e Fadl ibn al-Hasan al-Tabrisi (m. 548/1153-4),[23] ed esegeti sunniti del Corano come Fakhr al-Razi (m. 606/1209-10),[24] al-Hakim al-Haskani (m. 490/1097),[25] Muhammad ibn Jarir ibn Yazid al-Tabari (m. 310/922-3),[26] Ahmad ibn Muhammad al-Qurtubi (m. 761/1359-60),[27] 'Abd al-Rahman al-Suyuti (m. 911/1505-6)[28] e Ibn Abi Hatam (m. 327/938-9).[29] Il libro Ihqaq al-haqq fa riferimento a oltre quindici libri di esegesi sunniti in cui viene citato questo resoconto in merito all'occasione della rivelazione del versetto.[30] Inoltre, nel suo libro al-Ghadir, l’Allama Amini menziona molti sapienti sunniti che hanno citato l'occasione della rivelazione.[31]

La succitata occasione di rivelazione è citata anche nelle fonti di hadith.[32] Ad esempio, la stessa storia compare nel libro Sahih Muslim senza fare riferimento ai nomi delle persone coinvolte nella storia, ossia, racconta la storia come se riguardasse “un uomo”.[33] Tuttavia, altri sapienti sunniti menzionano i nomi delle persone coinvolte.[34] Ibn Kathir, un sapiente sunnita, nega che il versetto sia stato rivelato in merito alle virtù dell'Imam Ali (A).[35] Ibn Taymiyya, inoltre, ritiene che il racconto non compaia in nessuna fonte di hadith valida.[36]

Autenticità

I sapienti imamiti credono all'unanimità che il Versetto Siqayat al-hajj fu rivelato per l'Imam Ali (A).[37] Secondo Sayyid 'Ali Milani, un ricercatore contemporaneo in campo teologico, la catena di trasmissione in merito a questa occasione di rivelazione è valida e le sue fonti sono le fonti di hadith ed esegesi coranica più affidabili. In effetti, presenta molteplici catene di trasmissione.[38] Alcuni autori sostengono che poiché l'occasione della rivelazione compare in molte fonti di esegesi coranica, non vi è dubbio sulla sua autenticità.[39] L'autore del libro, Ihqaq al-haqq, ritiene che questa occasione della rivelazione è corretta e non è messa in discussione.[40]

Confronto tra credenti e miscredenti

Secondo un resoconto, il Versetto Siqayat al-hajj fu rivelato a Medina dopo la conversione di 'Abbas ibn 'Abd al-Muttalib all'Islam, e quindi, in realtà, il confronto è tra due gruppi di credenti.[41] Tuttavia, alcuni sostengono che il versetto fu rivelato prima della conversione di Abbas all'Islam,[42] e pertanto, il confronto è tra credenti e miscredenti,[43] poiché c'è un hadith secondo cui Abbas rifiuta la richiesta di migrazione dell'Imam Ali (A), dicendogli che la posizione di fornire l’acqua ai pellegrini dell'hajj è superiore.[44] In un altro hadith, Abbas, quando fu catturato nella battaglia di Badr, disse: “Se voi ci avete superato nella conversione all'Islam, noi vi abbiamo superato nel fornire l’acqua ai pellegrini dell'hajj e nella costruzione della Ka'ba”.[45]Secondo alcuni resoconti, si narra che il confronto fosse tra un gruppo di musulmani e un gruppo di ebrei: questi ultimi credevano che il fornire acqua ai pellegrini e il possesso delle chiavi della moschea fossero superiori alla fede in Dio e al jihad.[46]

Secondo al-Shaykh al-Tusi, questo versetto allude a un gruppo di miscredenti o politeisti che aveva l’incarico di fornire acqua ai pellegrini e di costruire la moschea al-Haram, e tale gruppo credeva che queste azioni fossero eguali o superiori alla fede e al jihad. Questo versetto mostra che queste azioni non equivalgono alla fede in Dio e al jihad sulla Sua via.[47] Per questa ragione, si dice che il Versetto Siqayat al-hajj implica che nessuna azione, neppure se di per se è positiva, ha valore se non vi è la fede.[48]

Addurre il versetto come prova

Durante il Consiglio dei sei membri, che fu istituito dopo la morte del secondo califfo per nominare il suo successore, l’Imam Ali (A) ricorse a questo versetto per stabilire la sua competenza per la posizione del califfato e la sua superiorità sugli altri.[49] Inoltre esiste un hadith secondo cui gli venne chiesto in merito alla sua più grande virtù e, in risposta, egli menzionò questo versetto.[50]

L’Imam al-Hasan (A), durante il processo del trattato di pace con Mu'awiyyah, pronunciò un sermone nel quale fece riferimento alle virtù di suo padre appellandosi a questo versetto.[51] Inoltre, al-Ma'mun al-'Abbasi scrisse una lettera ai Banu Hashim nella quale lodava l’Imam Ali (A) ed evidenziava la sua superiorità rispetto ad Abbas ibn Abd al-Muttalib, citando questo versetto.[52] La storia delle vanterie per dare l’acqua ai pellegrini e la rivelazione del versetto è stata composta in versi da poeti come al-Sayyid al-Himyari, al-Nashi e al-Bashnawi.[53]

Implicazione per la successione dell’Imam Ali (A)

Alcuni sapienti sostengono che il Versetto Siqayat al-hajj fu rivelato in merito alla superiorità dell’Imam Ali (A)[54]rispetto agli altri compagni del Profeta (S),[55] e la sua priorità per la posizione di wali e califfo.[56]] Inoltre si afferma che l’implicazione del versetto per la wilayah dell’Imam Ali (A) è ovvia,[57] dato che tutti accettano il fatto che egli superava tutti gli altri compagni del Profeta (A) nella fede, nella migrazione e nel jihad.[58]

Makarem Shirazi, un esegeta sciita del Corano, sostiene che considerata la superiorità dell’Imam Ali (A) rispetto agli altri nella fede e nel jihad, se Dio dovesse scegliere un successore o un califfo dopo il Profeta (S), Egli preferirebbe il “superiore” (afdal) all’“inferiore” (mafdul), poiché Iddio è saggio, e sarebbe contrario alla Sua saggezza preferire l’“inferiore” e il “meno superiore” al “superiore”. Inoltre, se il califfato dipendesse da un’elezione, le persone razionali non eleggerebbero l’“inferiore” e il “meno superiore” ignorando il “superiore”.[59]

Footnote

  1. Makārim Shīrāzī, Āyāt al-wilāya fī l-Qurʾān, p. 229.
  2. Ṭabāṭabāʾī, al-Mīzān, vol. 9, p. 203-205.
  3. Ṭabarī, Jāmiʾ al-bayān, vol. 10, p. 67; Qurtubī, al-Jāmiʿ li-aḥkām al-Qurʾān, vol. 8, p. 92; Makārim Shīrāzī, Tafsīr-i nimūna, vol. 7, p. 323.
  4. Makārim Shīrāzī, Tafsīr-i nimūna, vol. 7, p. 323.
  5. ʿAskarī, Maʿālim al-madrasatayn, vol. 1, p. 201.
  6. Faḍl Allāh, Tafsīr min waḥy al-Qur'ān, vol. 11, p. 57.
  7. Ziriklī, al-Aʿlām, vol. 3, p. 262; Ibn ʿAtiyya, al-Muḥarrar al-wajīz, vol. 3, p. 17; Thaʿālibī, Jawāhir al-ḥisan, vol. 3, p. 170.
  8. Yaʿqūbī, Tārīkh-i Yaʿqūbī, vol. 2, p. 60; Ṭabarī, Tārīkh al-umam wa l-mulūk, vol. 3, p. 61.
  9. Furāt al-Kūfī, Tafsīr furāt al-kūfī, p. 165-166; Qurtubī, al-Jāmiʿ li-aḥkām al-Qurʾān, vol. 8, p. 91; Ḥusaynī Istarabādī, Taʾwīl al-āyāt al-ẓāhira, p. 206.
  10. Faḍl Allāh, Tafsīr min waḥy al-Qur'ān, vol. 11, p. 55.
  11. Makārim Shīrāzī, Tafsīr-i nimūna, vol. 7, p. 323.
  12. Furāt al-Kūfī, Tafsīr furāt al-kūfī, p. 165-169.
  13. Makārim Shīrāzī, Āyāt al-wilāya fī l-Qurʾān, p. 209.
  14. Furāt al-Kūfī, Tafsīr furāt al-kūfī, p. 170.
  15. Qummī, Tafsīr al-Qummī, vol. 1, p. 284; Ḥuwayzī, Tafsīr nūr al-thaqalayn, vol. 2, p. 195.
  16. Suyūṭī, al-Durr al-manthūr , vol. 3, p. 220.
  17. Makārim Shīrāzī, Āyāt al-wilāya fī l-Qurʾān, p. 229-320.
  18. Faḍl Allāh, Tafsīr min waḥy al-Qur'ān, vol. 11, p. 55.
  19. Ibn ʿAtiyya, al-Muḥarrar al-wajīz, vol. 3, p. 17; Thaʿālibī, Jawāhir al-ḥisan, vol. 3, p. 170.
  20. Makārim Shīrāzī, Tafsīr-i nimūna, vol. 7, p. 321.
  21. Amīnī, Al-Ghadīr, vol. 2, p. 94-96.
  22. Furāt al-Kūfī, Tafsīr furāt al-kūfī, p. 166.
  23. Ṭabrisī, Majmaʿ al-bayān, vol. 5, p. 24.
  24. Fakhr al-Rāzī, Mafātīḥ al-ghayb, vol. 16, p. 13.
  25. Ḥākim al-Ḥaskānī, Shawāhid al-tanzīl, vol. 1, p. 323.
  26. Ṭabarī, Jāmiʾ al-bayān , vol. 1, p. 67-68.
  27. Qurtubī, al-Jāmiʿ li-aḥkām al-Qurʾān, vol. 8, p. 91-92.
  28. Suyūṭī, al-Durr al-manthūr, vol. 3, p. 220.
  29. Ibn ʾAbī Ḥātam, Tafsīr al-Qurān al-ʿAẓīm, vol. 4, p. 108.
  30. Shūshtarī, Iḥqāq al-ḥaqq wa izhāq al-bāṭil, vol. 14, p. 194-199.
  31. Amīnī, Al-Ghadīr, vol. 2, p. 93-96.
  32. Kulaynī, al-Kāfī, vol. 8, p. 204; Ibn Ḥayyūn, Daʿāʾim al-islām, vol. 1, p. 19; Ibn Ḥayyūn, Sharḥ al-akhbār, vol. 1, p. 324; Ṭūsī, al-Amālī, p. 545.
  33. Muslim b. Ḥajjāj, Ṣaḥīḥ Muslim, vol. 3, p. 1499.
  34. Ṭabarī, Jāmiʾ al-bayān , vol. 10, p. 68.
  35. Ibn Kathīr al-Dimashqī, al-Bidāya wa l-nihāya, vol. 7, p. 358.
  36. Ibn Taymīyya, Minhāj al-sunna, vol. 5, p. 18.
  37. Astarābādī, al-Barāhīn al-qāṭiʿa , vol. 3, p. 260; Muqaddas al-Ardibīlī, Ḥadīqat al-shīʿa, vol. 1, p. 94.
  38. Mīlānī, Sharḥ minhāj al-karāma, vol . 2, p. 276.
  39. Muẓaffar, Dalāʾil al-ṣidq, vol. 5, p. 26; Makārim Shīrāzī, Āyāt al-wilāya fī l-Qurʾān, p. 232.
  40. Shūshtarī, Iḥqāq al-ḥaqq, vol. 3, p. 122.
  41. Ṭabāṭabāʾī, al-Mīzān, vol. 9, p. 203-205.
  42. Muqaddas al-Ardibīlī, Ḥadīqat al-shīʿa, vol. 1, p. 95.
  43. Qurtubī, al-Jāmiʿ li-aḥkām al-Qurʾān, vol. 8, p. 92.
  44. Ḥākim al-Ḥaskānī, Shawāhid al-tanzīl, vol. 1, p. 323; Ibn al-Jawzī, Zād al-masīr, vol. 2, p. 244.
  45. Ṭabarī, Jāmiʾ al-bayān, vol. 10, p. 67; Suyūṭī, al-Durr al-manthūr, vol. 3, p. 219; Ṭūsī, al-Tibyān, vol. 5, p. 191; Ibn ʾAbī Ḥātam, Tafsīr al-Qurān al-ʿAẓīm, vol. 4, p. 108.
  46. Qurtubī, al-Jāmiʿ li-aḥkām al-Qurʾān, vol. 8, p. 92; Ibn ʿAtiyya, al-Muḥarrar al-wajīz, vol. 3, p. 17.
  47. Ṭūsī, al-Tibyān, vol. 5, p. 191.
  48. Jaʿfarī, Tafsīr kawthar, vol. 4, p. 447; Qirāʾatī, Tafsīr-i nūr, vol. 3, p. 394.
  49. Ṭūsī, al-Amālī, p. 550; Daylamī, Irshād al-qulūb, vol. 2, p. 261;Ṭabarī, al-Mustarshid , p. 352. Ṭabrisī, al-Iḥtijāj, vol. 1, p. 140.
  50. Ibn Ḥayyūn, Daʿāʾim al-islām, vol. 1, p. 16; ʿAyyāshī, Tafsīr al-ʿAyyāshī, vol. 2, p. 83.
  51. Hilālī, Kitāb Sulaym b. Qays, vol. 2, p. 960; Ṭūsī, al-Amālī, p. 561-563.
  52. Ibn Ṭāwūs, al-Taraʾif, vol. 1, p. 278.
  53. Amīnī, al-Ghadīr, vol. 2, p. 96.
  54. Ḥillī, Minhāj al-karāma, p. 85; A group of authors, Fī riḥāb ahl al-Bayt, vol. 22, p. 18.
  55. Mīlānī, Sharḥ minhāj al-karāma, vol. 2, p. 276.
  56. Shūshtarī, Iḥqāq al-ḥaqq, vol. 3, p. 128; Muqaddas al-Ardibīlī, . Ḥadīqat al-shīʿa, vol. 1, p. 95; Mīlānī, Sharḥ minhāj al-karāma, vol. 2, p. 276; Makārim Shīrāzī, Āyāt al-wilāya fī l-Qurʾān, p. 229.
  57. Ibn Ṭāwūs, al-Taraʾif, vol. 1, p. 51; Mīlānī, Sharḥ minhāj al-karāma, vol. 2, p. 273.
  58. Muẓaffar, Dalāʾil al-ṣidq, vol. 5, p. 27.
  59. Makārim Shīrāzī, Āyāt al-wilāya fī l-Qurʾān, p. 234.

Riferimenti

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