Sharh Nahj al-Balagha (di Ibn Abi l-Hadid)
Sharḥ Nahj al-Balāgha (in arabo: شرح نهج البلاغة, lett.: Commento al Nahj al-Balagha) è un’opera in lingua araba di Ibn Abi l-Hadid, studioso mutazilita del VII/XIII secolo. Si distingue per l’uso congiunto di fonti sciite e sunnite e per un commento pluridimensionale (storico, letterario e teologico).
Nell’introduzione l’autore afferma, tra l’altro, che Ali (A) è superiore ai primi tre califfi, negando tuttavia che il Profeta (S) lo avesse designato suo successore. A suo avviso, quanti combatterono l’Imam Ali (A) nelle battaglie di Jamal e di Siffīn, sotto il comando di Mu'awiya, saranno destinati all’inferno. Pur non sempre coincidente con le opinioni sciite, l’opera non aderisce neppure alle posizioni sunnite più diffuse. È ripartita in venti volumi, pubblicati in diverse edizioni.
Autore
- Articolo principale: Ibn Abi l-Hadid
Abd al-Hamid ibn Hibat Allah, noto come Ibn Abi l-Hadid (586/1190 – 656/1258), [1] nacque ad al Mada'in. [2] Studiò dapprima nella città natale e poi a Baghdad [3]. Fu seguace della scuola sciafeita in giurisprudenza [4] e quella mutazilita per quanto riguarda la dottrina. [5] Compose opere di teologia, logica, storia e poesia, [6] ma è ricordato soprattutto per questo commentario, [7] che rivela grande padronanza di letteratura, teologia, etica, storia degli albori dell’Islam, nonché di poesia araba. [8]
Informazioni generali
Secondo quanto menzionato da Ibn Abi l-Hadid alla fine della sua opera, la stesura del commentario richiese quattro anni e otto mesi — periodo che l’autore paragona alla durata del califfato dell’Imam Ali (A). [9] La composizione iniziò nel mese di rajab 644/novembre 1246 e si concluse a fine safar 649/maggio 1251. [10] L’opera fu dedicata al visir abbaside Muhammad ibn al Alqami (591/1194 95 – 656/1258), dal quale l’autore ricevette ricche ricompense.
Caratteristiche
Tra le caratteristiche del commentario ricordiamo le seguenti:
- Uso di fonti sciite e sunnite: Ibn Abi l-Hadid si avvalse delle fonti di entrambe le tradizioni [11]. Ad esempio, per confutare la difesa di Uthman presentata da Qadi Abd al Jabbar, cita il responso di al Sharif al Murtada. [12] Essendo Ibn Abi l-Hadid, a quanto pare, supervisore di varie biblioteche di Baghdad, compresa quella, ricchissima, di Ibn al-Alqami, ebbe l’accesso a testi di cui nemmeno Muhammad ibn Jarir al-Tabari, il noto storico del III/IX secolo, poté disporre. [13]
- Completezza: il commentario è considerato un’enciclopedia di letteratura, teologia, giurisprudenza, etica, storia, genealogia e cultura araba. [14] Mahdavi Damghani, uno dei traduttori del Nahj al-Balagha, ne esalta il valore letterario, storico, sociale e teologico [15]. L’opera copre la storia islamica dal tempo del Profeta (S) al 623/1226, tredici anni prima della conquista di Baghdad da parte dei Mongoli [16], e quasi metà dei volumi sono dedicati alle vicende della prima metà del I/VII secolo. [17] Ibn Abi l-Hadid riporta circa ottomila versi poetici [18] e difende l’autenticità del Nahj al Balāgha dalle obiezioni dei critici [19].
- Commento lessicale: ogni passo del Nahj al Balagha è prima trascritto come testo asl («originale») e seguito poi dallo sharh («commento») [20], dove sono spiegati anche i termini e le espressioni più difficili [21].
- Testimonianza contemporanea: testimone dell’invasione mongola, [22] l’autore descrive l’avanzata nella Transoxiana, nel Khorasan, Iraq e, soprattutto, Baghdad, [23] facendo dell’opera una fonte storica di notevole importanza. [24]
- Biografia di al Sharif al-Radi: l’introduzione comprende la vita e la genealogia di al-Sharif al-Radi. [25]
Opinioni dell’autore
Nell’introduzione sono riassunte le posizioni mutazilite sull’imamato, la superiorità di Ali (A) sui primi tre califfi e il destino di chi lo combatté, oltre al giudizio sui kharigiti. [26]
- Superiorità di Ali (A): i mutaziliti sposavano tre pareri diversi su chi fosse il migliore fra i primi quattro califfi: alcuni ponevano al vertice Ali (A), altri Abu Bakr, altri rimanevano neutri. [27] Seguendo la scuola mutazilita di Baghdad, Ibn Abi l Hadid credeva nella preminenza di Ali (A) per virtù e opere, [28] pur negando che il Profeta (S) lo avesse designato come suo successore. [29]
- Condanna di chi lo combatté: chi partecipò alla Battaglia di Jamal è ritenuto dannato, eccetto Aisha, Talha e Zubayr, poiché, secondo l’autore, essi si pentirono. [30] Dei combattenti di Siffin e dei kharigiti pensava altrettanto. [31]
- Sagacia politica dell’Imam: l’Imam Ali (A), spiega Ibn Abi l-Hadid, offrì i migliori consigli a Umar nelle guerre contro i Romani e i Persiani, nonché in altre situazioni. [32] Pure ad Uthman offrì consigli per il suo bene, consigli che avrebbero potuto prevenire gli eventi da cui scaturì la rivolta poi sfociata nell’uccisione del califfo. [33]
- Secondo lui l’Imam Ali (A) era un credente perfetto che non infrangeva mai le leggi divine, mentre gli altri califfi, talvolta, anteponevano l’interesse pubblico. [34]
Opere correlate
Confutazioni
Diverse confutazioni sciite contestano il commentario in esame perché ritenuto contrario alla dottrina sull’imamato e alla sua storia [35]:
- Salasil al-Hadid li-taqyid Ibn Abi l-Hadid di Yusuf al-Bahrani (m. 1186/1772); [36]
- Al-Ruh fi l-naqz ma abramahu Ibn Abi l-Hadid di Sayyid Ahmad ibn Tawus al-Hilli (m. 673/1274);
- Al-Radd 'ala Ibn Abi l-Hadid di Ali ibn Hasan ibn al-Biladi al-Bahrani (m. 1340/1922);
- Salasil al-Hadid fi l-radd 'ala Ibn Abi l-Hadid di Shaykh Yusuf al-Kufi;
- Al Naqd al-Sadid li-sharh khutba al-Shiqshiqiya li-Ibn Abi al-Hadid. [37]
Compendi
Il commentario è stato sintetizzato in varie opere:
- Al-'Aqd al-Nadid al-Mustakhraj min sharh Ibn Abi l-Hadid di Fakhr al-Din Abd Allah al-Mu'ayyid bi-Allah; [38]
- un compendio del sultano Mahmud Tabasi;
- Iltiqat al Durar al Muntahab («Raccolta di perle scelte») di Muhammad Qanbar Ali Kazimi, antologia dei passaggi più significativi [39].
Inoltre, il libro al-'Udhayq al-Nadid bi-Masadir Ibn Abi l-Hadid di Ahmad Rabi'i tratta delle fonti che Ibn Abi l-Hadid ha usato nel suo commentario, [40] che, secondo questo libro, ammontano a 222. [41]
Pubblicazione
Il Sharh Nahj al Balagha fu originariamente redatto in venti volumi (edizione curata da Muhammad Abu l Fadl Ibrahim). [42] Esistono anche versioni suddivise in due, quattro o undici volumi (quest’ultima a cura di Abd al Karim al Nimri e pubblicata da Dar al Kutub al Ilmiyya), oltre alla ripartizione classica da venti tomi. [43] Un manoscritto è conservato presso la Biblioteca di Astan e Quds e Razavi e si ritiene che sia stato vergato quando l’autore era ancora in vita. [44]