Sermone dell’imam Husayn nel giorno di Ashura

Da wikishia.

Il sermone dell’imam Husayn (A) nel giorno di Ashura è il discorso dell’imam Husayn (A) nel decimo giorno del mese di Muharram [Ashura] dell’anno 61 (dopo l’Egira) / 680 d.C. rivolto alle truppe di Umar ibn Sa’d. In questo sermone l’imam Husayn (A) si è presentato, poi ha spiegato che l’invito degli abitanti di Kufa era il motivo del suo viaggio in Iraq e elencando i nomi di alcuni mittenti delle lettere che erano presenti tra le truppe di Ibn Sa’d, ha ricordato loro l’invito e ha evidenziato che non avrebbe accettato l’umiliazione giurando fedeltà a Yazid ibn Mu’awiyah. Secondo il resoconto di Abu Mikhnaf, storico della vicenda di Karbala, gli scrittori delle lettere negarono il proprio invito. Inoltre Shimr ibn Dhi al-Jawshan interruppe il discorso dell’imam Husayn (A). Secondo Mohammad Hadi Yusefi Gharavi questa mossa di Shimr venne fatta per impedire che le truppe di Ibn Sa’d fossero influenzate.

Importanza

Il sermone dell’imam Husayn (A), è il discorso del terzo imam degli sciiti fatto nel giorno di Ashura dell’anno 61 (dopo l’Egira) / 680 d.C. di fronte alle truppe di Umar ibn Sa’d (l’esercito di Ubaydallah ibn Zyad, governatore di Yazid ibn Mu’awiyah presso Kufa, inviato a Karbala per entrare in guerra con l’imam Husayn -A-). Questo discorso è stato trasmesso con delle varianti nelle fonti sciiti e sunnite. [1]

Contenuto

L’imam Husain (A) esortò le truppe di Umar ibn Sa’d ad ascoltare il suo discorso e a non precipitarsi in guerra ma lasciare che lui li consigliasse. Inoltre chiese loro di dargli il tempo di spiegare il motivo del suo arrivo a Kufa affinché non rimanessero nel dubbio. [2]

Egli continuò presentandosi e citando la propria discendenza dall’imam Ali (A), dal Profeta [Muhammad] (S), da Hamzah ibn Abdulmutallib e da Ja’far ibn Abitalib. [3] Inoltre rammentò le parole del Profeta (S) in merito a lui e suo fratello, l’imam Hasan (A), ovvero che “Loro due sono i maestri dei giovani del Paradiso”, invitando i presenti a confrontarsi con i Compagni [del Profeta] ancora in vita, come Jabir ibn Abdullah Ansari, Abu Sa’id al-Khudri, Sahl ibn Sa’d al-Sa’idi, Zayd ibn Arqam e Anas ibn Malik, nel caso non credessero alle sue parole. [4] In seguito, indicando che egli era il nipote del Profeta (S), chiese alle truppe di Ibn Sa’d se egli avesse ucciso uno di loro, o avesse sperperato i beni di qualcuno di loro oppure se avesse ferito qualcuno di loro? [5]

Dopodiché, rivolgendosi a Shabath ibn Rib’i, Hajjar ibn Abjar, Qays ibn Ash’ath e Yazid ibn Harith, tra i mittenti delle lettere di Kufa, chiese se non fossero stati loro a scrivergli una lettera e invitarlo a Kufa? [6] Egli terminò il suo discorso recitando il versetto «mi rifugio in Colui che è mio Signore e vostro Signore, affinché voi non mi lapidiate» [7], che fa riferimento alla vicenda del nobile Mosè (A) di fronte alla testardaggine degli uomini del Faraone, e il versetto «...mi rifugio nel mio e vostro Signore contro ogni arrogante che non crede nel Giorno del giudizio» [8]. [9]

Reazioni

Secondo la testimonianza di Abu Mikhnaf quando l’imam Husayn (A) chiese alle truppe di Ibn Sa’d di ascoltare le sue parole per spiegare il motivo del suo arrivo a Kufa, alcuni tra le donne e i bambini si misero a piangere. L’imam Husayn (A) chiese al nobile Abbas [suo fratello] e a Ali Akbar [suo figlio] di calmare i pianti e da questa vicenda deriva la nota frase «calmateli, giuro su Dio che hanno di fronte ancora molte vicende per cui piangere». [10]

Inoltre dopo che l’imam Husayn (A) chiese alle truppe di Ibn Sa’d di consultare i Compagni [del Profeta (S)] ancora in vita se non credevano alle sue parole, Shimr ibn Dhi al-Jawshan gridò: Egli adora Iddio in una parola (alludendo che adora Iddio solamente con le parole) e non comprende ciò che dice!? Habin ibn Muzahir reagì alle parole di Shimr dicendo che Iddio ha sigillato il suo cuore. [11] Secondo Mohammad Hadi Yusefi Gharavi, ricercatore di storia islamica, l'interruzione del discorso dell’imam Husain (A) da parte di Shimr, avvenne per impedire alle truppe di Ibn Sa’d di essere influenzati dalle sue parole. Gli scrittori delle lettere negarono il proprio invito. [13] Dopo il discorso dell’imam Husayn (A), Qais ibn Ash’ath chiese: «Perché non giuri fedeltà a tuo cugino (Yazid)?» L’imam Husayn (A) disse: «... Giuro su Dio che non stringerò la mano con voi come le persone disonorate e non scapperò come gli schiavi». [14]

Traduzione del sermone

O gente, ascoltate le mie parole e non abbiate fretta, affinché possa spiegarvi i diritti che avete nei miei confronti e possa chiarire la mia motivazione. Quindi se sarete giusti sarete beati e in caso contrario fate ben attenzione a non agire in modo da pentirvene. Allora farete di me quello che volete e non mi concederete tempo. Tuttavia la mia autorità è quel Dio che ha fatto discendere il Corano ed è Lui l'autorità e alleato degli uomini probi.

In seguito glorificò Iddio e lo ricordò come è degno, lodò il Profeta di Dio (S), i Suoi angeli e i profeti. Non fu udito discorso più eloquente e diretto né prima di lui né dopo quel nobile. Quindi disse: Pertanto valutate il mio lignaggio e la mia origine, e considerate chi sono; quindi tornate a voi e rimproveratevi chiedendovi se per voi è degno uccidermi e violare la mia sacralità? Non sono forse il figlio della figlia del vostro Profeta e il figlio del suo successore? Colui che era cugino dell’Inviato di Dio e il primo a confermare ciò che aveva portato da parte del suo Signore? Hamzah, Sayyd al-Shuhada’ (il Signore dei Martiri), non è forse mio zio? Jafar ibn Abitalib che vola in paradiso con due ali non è forse mio zio?

Non vi è giunta voce di ciò che l’Inviato di Dio (S) disse riguardo a me e a mio fratello, ovvero che questi due sono i signori dei giovani del Paradiso? Quindi se confermate le mie parole, ciò è giusto. Giuro su Dio che dal giorno che ho saputo che Iddio considera nemico il bugiardo non ho detto menzogne. Se invece mi date del bugiardo, tra di voi ci sono individui che se interpellati sono a conoscenza di ciò che ho detto. Chiedete a Jabir ibn Abdullah Ansari, Abu Sa’id al-Khudri, Sahl ibn Sa’d al-Sa’idi, Zayd ibn Arqam e Anas ibn Malik affinché vi informino che hanno sentito questo detto riguardo a me e a mio fratello dal Profeta (S). Questo detto dell’Inviato di Dio (S) non impedisce di spargere il mio sangue?

Shimr ibn Dhi al-Juwshan disse: Egli adora Iddio con una parola (alludendo che adora Iddio solamente con le parole) e non comprende ciò che dice!? Habib ibn Muzahir gli rispose: Giuro su Dio che per me te adoreresti Iddio anche per settanta parole e testimonio che tu dici la verità quando affermi che non sai cosa dice lui: Iddio ha sigillato il tuo cuore (dall’accettare le parole vere).

Poi Husayn (A) disse: Se avete dubbi anche su queste parole, dubitate anche del fatto che io sia il figlio della figlia del Profeta (S)? Giuro su Dio che non c’è figlio della figlia del Profeta né a oriente né a occidente oltre a me, sia tra di voi che altrove! Guai a voi! Ho ucciso forse qualcuno di voi che pretendete il suo sangue? Ho rubato qualche vostro bene? Volete che ricompensi qualche ferita? Successivamente quel nobile esclamò: O Shabath Rib’i! O Hajjar ibn Abjar! O Qays ibn Ash’ath! O Yazid ibn Harith! Voi non mi avete forse scritto: i frutti sono maturi e i giardini sono verdi e tu verrai a capo di un esercito pronto ad aiutarti? Qais ibn Ash’ath disse: Noi non sappiamo di cosa tu stia parlando però arrenditi a tuo cugino poiché egli di te non farà altro che ciò che vuoi!

Husayn (A) disse: No, giuro su Dio che non vi stringerò la mano dell’umiliazione e non fuggirò nemmeno come gli schiavi. Poi disse: O servi di Dio, mi rifugio nel mio Signore e nel vostro Signore dal venir molestato da voi. Mi rifugio nel mio Signore e nel vostro Signore da qualsiasi disobbedente che non crede nel Giorno del giudizio. [16]

Secondo sermone

L’allamah Majlisi nel Bihar al-Anwar, basandosi sull’opera Manaqib ibn Shahr Ashub, ha riportato un altro sermone dell’imam Husayn (A) rivolto all’esercito di Umar ibn Sa’d il giorno di Ashura. [17] Le parole dell’imam Husayn (A): «Voi non ascoltate le mie parole poiché i vostri stomachi sono stati riempiti di beni illeciti e sui vostri cuori è stato impresso il timbro della malvagità» vennero pronunciate in questo sermone come risposta alle truppe di Ibn Sa’d che non tacquero di fronte al suo discorso. [18]