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Quarantunesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya

Da wikishia.
Questo articolo è un’introduzione alla quarantunesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya; per il testo integrale vedi text:Quarantunesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya.

La quarantunesima supplica de al-Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya (in arabo: الدعاء الواحد والأربعون من الصحيفة السجادية) è una supplica trasmessa dall’Imam al-Sajjad (A) in cui si chiede a Dio di nascondere le nostre colpe e di proteggerci dal peccato. In questa supplica, l’Imam (A) invoca la misericordia di Dio, che Dio si astenga dalla Sua vendetta e la protezione dalla punizione divina. La quarantunesima supplica fa parte della raccolta al-Sahifa al-Sajjadiyya e in essa si chiede a Dio di celare le nostre colpe e di proteggerci dal peccato. [1] Secondo Mamduhi Kermanshahi, la rivelazione delle proprie malefatte in questo mondo e nell’aldilà comporta il dolore più straziante. Pertanto, l’Imam al-Sajjad (A) implora Dio di celare i peccati dei Suoi servi e di non rivelare mai le loro malefatte ad altri. [2] Dottrina La quarantunesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya è una preghiera con cui si invoca Dio di celare i nostri peccati nonché la Sua protezione dal peccato. Secondo Mamduhi Kermanshahi, la rivelazione delle colpe di una persona in questo mondo e nell’aldilà è una delle afflizioni più dolorose per l’essere umano. Per tale motivo, in questa supplica l’Imam al-Sajjad (A) invoca Dio affinché copra i peccati dei Suoi servi e non permetta mai che siano disonorati davanti agli altri. [3] Gli insegnamenti di questa supplica includono: • Richiesta di grazia, misericordia e impunità divine per non essere respinti dal Suo santuario. • Preghiera affinché Dio si astenga dalla Sua vendetta e ci protegga dalla Sua punizione per i nostri peccati. • Richiesta di celare i nostri peccati. • Le ripercussioni della rivelazione dei segreti e delle colpe degli esseri umani. • Perfezionamento della dignità e dell’onore umano attraverso il perdono divino. • Pregare per essere annoverati tra i compagni della mano destra (ashab al-yamin). [4] Commentari Tra i commentari che trattano in modo approfondito la quarantunesima supplica si segnalano: • Riyad al-salikin di Sayyid Ali Khan al-Madani, [5] • Fi zilal al-Sahifa al-Sajjadiyya di Muhammad Jawad Mughniya, [6] • Riyad al-'arifin di Muhammad ibn Muhammad al-Darabi [7] e • Afaq al-ruh di Muhammad Husayn Fadl Allah. [8] Dal punto di vista lessicale, la supplica è stata analizzata in opere quali Ta'liqat 'ala l-Sahifa al-Sajjadiyya di Fayd Kashani [9] e Sharh al-Sahifa al-Sajjadiyya di 'Izz al-Din al-Jaza'iri. [10] La supplica è stata inoltre trattata nei seguenti testi in persiano: • Shohud va shenakht di Muhammad Hasan Mamduhi Kermanshahi, [11] • Sharh va tarjome-ye Sahife-ye Sajjadiyye di Sayyid Ahmad Fihri, [12] nonché in altre opere.