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Quarantaduesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya

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Quarantaduesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya Questo articolo è un’introduzione alla quarantaduesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya; per il testo integrale vedi text:Quarantaduesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya. La quarantaduesima supplica de al-Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya (in arabo: الدعاء الثاني والأربعون من الصحيفة السجادية) è una supplica trasmessa dall’Imam al-Sajjad (A); egli recitava questa supplica una volta terminata la recitazione integrale del Corano. In questa supplica, l’Imam al-Sajjad (A) enumera alcune delle caratteristiche del Profeta (S) e le difficoltà da lui incontrate nella propagazione dell’Islam, chiedendo a Dio i più alti gradi per il Profeta (S) nel Giorno della Resurrezione. Inoltre, gli Infallibili (A) sono stati definiti i tesorieri e gli interpreti del Corano. L’Imam Zayn al-'Abidin (A) chiede a Dio di perdonare i peccati delle persone attraverso il Corano, di garantire loro la protezione dal rimorso, dal timore del Giorno della Resurrezione e di lasciare che il Corano interceda per loro in quel giorno. Dottrina La quarantaduesima supplica è una supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya che viene recitata una volta completata la recitazione dell’intero Corano. In questa supplica, l’Imam al-Sajjad (A) enuncia le caratteristiche del Corano, affrontando l’impatto del Corano sui livelli esistenziali dell’essere umano in questo mondo e nell’aldilà, in particolare per quanto riguarda la prossimità a Dio. [1] Ecco gli insegnamenti e i concetti della supplica: Il Corano è stato inviato sotto forma di luce. Il ruolo del Corano nel salvare le persone dai dilemmi e nell’aiutarle a superare i loro dubbi. Il Corano come testimone e custode di tutte le scritture e come parola suprema. Il Corano come criterio di ciò che è lecito e di ciò che è illecito. Il Corano come bilancia della giustizia. Il Corano come libro illuminante, preservato da qualsiasi errore. Il Corano come rivelazione di Dio a Muhammad (S). Salvezza dallo smarrimento grazie alla guida coranica. Le condizioni per trarre il massimo beneficio dal Corano: riflettere sugli argomenti coranici, ascoltare in silenzio il Corano, ascolto del Corano con l’intenzione di trovare la retta via. Pregare per essere in grado di rendere giustizia al Corano. L’eloquenza del Corano nelle sue parole e nei suoi significati. La comprensione del Corano dipende dalle interpretazioni fornite dagli Infallibili (A). I membri della Famiglia del Profeta (A) sono considerati i tesorieri del Corano. La capacità di comprendere il Corano varia da persona a persona. Aggrapparsi saldamente alla corda del Corano. Comprendere i versetti metaforici (mutashabihat) del Corano avvalendosi dei suoi versetti definitivi (muhkamat). Il Corano e la Famiglia del Profeta (A) non possono essere separati l’uno dall’altra. Preghiere per essere benedetti dall’intercessione del Corano. Il perdono dei peccati per mezzo del Corano. Gli effetti dell’agire secondo il Corano: il Corano diventa il compagno delle notti oscure, il guardiano contro le tentazioni di Satana, protegge la lingua dai discorsi menzogneri, preserva dalla negligenza, diviene la fonte di benessere e protegge dalla povertà e libera dalle dottrine blasfeme. Il Corano come veste di salvezza e protezione dopo la resurrezione. Il Corano come mezzo per raggiungere il più alto grado di dignità e come fondamento della salvezza nel Giorno della Resurrezione. Per mezzo del Corano si evitano le caratteristiche abominevoli e i vizi morali. Il Corano allevia le difficoltà della morte. Pregare per superare le difficoltà del dopo morte. Salvataggio dal rimorso e dalle paure del Giorno della Resurrezione per mezzo del Corano. I volti degli oppressori saranno coperti di tenebre nel Giorno della Resurrezione. Il servire Dio come fondamento della perfezione umana. La vicinanza al Corano solo attraverso l’agire in base ad esso. Saluti al Profeta (S) per la sua propagazione dei comandamenti divini. Muhammad (S) come il profeta più vicino a Dio. L’infallibilità del Profeta (S) in tutte le fasi della sua missione. La sopportazione del Profeta (S) di fronte agli ostacoli e agli impedimenti nel corso della sua missione. Pregare per i più alti gradi del Profeta (S) nel Giorno della Resurrezione. Pregare per morire credendo nella religione del Profeta (S) e per risorgere insieme a lui. Pregare per i beni del Profeta (S). Chiedere la ricompensa più alta per il Profeta (S), una ricompensa superiore a quella degli angeli più intimi e degli altri profeti. [2] Commentari Tra i commentari che trattano estesamente la quarantaduesima supplica si segnalano: Riyad al-salikin di Sayyid Ali Khan al-Madani, [3] Fi zilal al-Sahifa al-Sajjadiyya di Muhammad Jawad Mughniya, [4] Riyad al-'arifin di Muhammad ibn Muhammad al-Darabi [5] e Afaq al-ruh di Muhammad Husayn Fadl Allah. [6] Dal punto di vista lessicale, la supplica è stata analizzata in opere quali Ta'liqat 'ala l-Sahifa al-Sajjadiyya di Fayd Kashani [7] e Sharh al-Sahifa al-Sajjadiyya di 'Izz al-Din al-Jaza'iri. [8] La supplica è stata trattata anche nei seguenti testi in persiano: Diyar-e asheqan di Husayn Ansarian, [9] Shohud va shenakht di Muhammad Hasan Mamduhi Kermanshahi, [9] Sharh va tarjome-ye Sahife-ye Sajjadiyye di Sayyid Ahmad Fihri, [10] nonché in altre opere. Inoltre, sempre in persiano, sono stati compilati articoli basati sulla quarantaduesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya al fine di studiare gli attributi e i nomi del Corano. [11]