Le mogli del Profeta (S)
Le mogli del Profeta (S) (in Arabo: أُمَّهات المُؤمِنين) s’intende quelle donne con cui il Profeta (S) si sposò. Tuttavia, vi sono divergenze tra i sapienti musulmani sul numero esatto delle mogli. Alcuni sostengono che fossero tredici; secondo altri resoconti, quindici, e vi sono anche altre opinioni. La divergenza nasce dal dubbio se annoverare tra loro anche le ancelle del Profeta (S). I matrimoni del Profeta (S) furono strettamente legati alla sua missione di propagare l'Islam e avevano scopi specifici, per esempio, ottenere il sostegno delle principali tribù arabe, correggere le idee sbagliate dell'epoca della jahiliyya (ignoranza), nonché migliorare lo status sociale delle donne vulnerabili e liberare le prigioniere.
Il Corano definisce le mogli del Profeta (S) "ummahat al-mu'minin" (أُمَّهات المُؤمِنين, madri dei fedeli). Esse erano soggette a regole specifiche, tra cui parlare con rispetto e non ostentare abiti eleganti. Ai musulmani fu inoltre ordinato di rivolgersi a loro da dietro una tenda e di non sposarle dopo la morte del Profeta (S).
I musulmani credono nella castità delle mogli del Profeta (S) e ritengono inaccettabile insultarle. Tuttavia, alcune critiche sono state mosse nei confronti di Aisha per il suo comportamento dopo la morte del Profeta (S), incluso il suo ruolo nella Battaglia di Jamal.
Status
Le mogli del Profeta (S) sono le donne con cui egli si sposò e che il Corano definisce "madri dei fedeli", come si evince dal versetto: "e le sue mogli sono le loro madri".[1]
Divieto di insultare le mogli del Profeta (S)
Tutti i musulmani credono nella castità delle mogli del Profeta (S), tuttavia, secondo alcuni wahhabiti gli sciiti le accuserebbero di impudicizia. I sapienti sciiti, così come alcuni sunniti, criticano il comportamento di alcune mogli del Profeta (S) per eventi successivi alla sua morte, come il ruolo di Aisha nella Battaglia di Jamal e la sua inimicizia verso l'Imam Ali (A).[2] Ciò nonostante, nessun sapiente sciita le ha mai accusate di impudicizia, anzi, tale comportamento è ritenuto inammissibile.[3] Al-Sayyid al-Murtada, un teologo sciita del V/XI secolo, sottolinea che l'impudicizia delle mogli del Profeta (S) non si concilia con l’infallibilità del Profeta (S), poiché, secondo gli sciiti duodecimani, i profeti (A) sono immuni da qualsiasi cosa possa portare all’avversione della gente nei loro confronti.[4]
Inoltre, l'Ayatollah Khamenei, guida suprema della Repubblica Islamica dell'Iran, ha emesso una fatwa che vieta di insultare le sacralità dei musulmani sunniti, compresi i loro simboli, nonché le mogli del Profeta (S). In base a questa fatwa è proibito muovere delle accuse contro le mogli del Profeta (S).[5]
Numero delle mogli del Profeta (S)
Template:Le mogli del Profeta (S)
Nome | Data del matrimonio |
---|---|
Khadija | (28 prima dell’Egira/595) |
Sawda | (prima dell’Egira/prima del 622) |
Aisha | (1,2, o 4/622, 623, o 625) |
Hafsa | (3/624) |
Zaynab (bint Khuzayma) | (3/624) |
Umm Salama | (4/625) |
Zaynab (bint Jahsh) | (5/627) |
Juwayriyya | (5 o 6/626 o 627) |
Umm Habiba | (6 o 7/627 o 628) |
Mariya | (7/628) |
Safiyya | (7/628) |
Maymuna | (7/628) |
Le opinioni dei sapienti sul numero delle mogli del Profeta (S) divergono. Secondo Ibn Hisham, nel suo libro al-Sira al-nabawiyya, il Profeta (S) ebbe tredici mogli:[6] Khadija (A), Sawda, Aisha, Zaynab bint Khuzayma, Hafsa bint Umar, Umm Salama, Zaynab bint Jahsh, Juwayriyya, Umm Habiba, Safiyya, Maymuna, 'Umra bint Yazid Kilabiyya e Asma' bint Nu'man al-Kindiyya.[7] Quando il Profeta (S) morì, tutte le sue mogli, eccetto Khadija (A) e Zaynab bint Khuzayma, erano ancora vive.[8]
Secondo un hadith dell'Imam al-Sadiq (A), il Profeta (S) ebbe quindici mogli.[9] Questa opinione è condivisa anche da Ali ibn al-Husayn al-Mas'udi e Shams al-Din Dhahabi.[10] Alcuni hadith riportano invece che le mogli fossero diciotto.[11] Durante i venticinque anni di matrimonio con Khadija (A), il Profeta (S) non sposò altre donne. Fu solo dopo la sua morte e la migrazione a Medina che si unì in matrimonio con altre donne.[12]
La divergenza sul numero deriva dal fatto che alcuni storici includono tra le mogli anche le sue ancelle e le donne che, per vari motivi, non vissero di fatto con il Profeta (S).[13] Per esempio, Mariya al-Qibtiyya e Rayhana bint Zayd sono talvolta annoverate tra le mogli del Profeta (S).[14]
Figli del Profeta (S)
Articolo principale: Figli del Profeta Muhammad (S) Solo due mogli del Profeta (S), Khadija (A) e Mariya al-Qibtiyya, ebbero figli.[15] Mariya diede alla luce Ibrahim.[16] Secondo la maggior parte degli studiosi, Khadija (A) ebbe quattro figlie: Fatima (A), Zaynab, Umm Kulthum e Ruqayya, e due figli: 'Abd Allah e al-Qasim.[17] Tuttavia, alcuni studiosi sciiti ritengono che Zaynab, Umm Kulthum e Ruqayya non fossero figlie biologiche del Profeta (S) e di Khadija (A), ma solo figlie di Khadija di un matrimonio precedente e poi cresciute in casa loro.[18]
La ragione dietro i numerosi matrimoni del Profeta (S)
La poligamia era una pratica comune al tempo del Profeta (S)[19]. Tuttavia, si ritiene che il Profeta (S) abbia avuto più mogli come parte della sua missione profetica, principalmente per la propagazione dell'Islam[20]. Di seguito sono elencate alcune delle ragioni attribuite ai suoi matrimoni:
- Stabilire alleanze politiche e sociali: il Profeta (S) cercò il sostegno di grandi tribù e clan arabi attraverso i legami familiari, al fine di rafforzare la propria influenza politica e sociale. Un esempio significativo fu il suo matrimonio con Aisha.
- Correggere le credenze errate della jahiliyya: alcuni matrimoni del Profeta (S) miravano a far rispettare le norme divine e a sradicare pratiche pre-islamiche, ad esempio, il matrimonio con Zaynab bint Jahsh, ex moglie di Zayd ibn Haritha, il figlio adottivo del Profeta (S). Secondo le tradizioni pre-islamiche, un figlio adottivo era considerato alla stregua di un figlio naturale, era pertanto vietato sposare l'ex moglie di un figlio adottivo, sia che il figlio adottivo fosse deceduto sia che avesse divorziato. Questo matrimonio servì a cancellare tale convinzione.
- Sostenere donne vulnerabili: molti matrimoni del Profeta (S) ebbero lo scopo di proteggere e migliorare lo status sociale di donne in difficoltà, come vedove e prigioniere. La maggior parte delle sue mogli erano infatti vedove.
- Offrire supporto alle convertite all'Islam: alcuni matrimoni, come quello con Umm Habiba, furono contratti per alleviare i danni subiti da donne che avevano abbracciato l'Islam, spesso a costo di grandi sacrifici personali.
- Provvedere a vedove povere e ai loro figli orfani: i matrimoni con Umm Salama e Zaynab bint Khuzayma miravano a fornire sostegno economico e protezione a vedove indigenti e ai loro figli.
- Dimostrare la grandezza dell'Islam: il matrimonio con Safiyya evidenziò la forza e la superiorità morale dell'Islam, mostrando il trattamento rispettoso riservato anche alle donne di origine non musulmana.
- Proteggere donne in pericolo: il matrimonio con Sawda, ad esempio, fu motivato dalla necessità di proteggerla da gravi minacce alla sua vita.
- Liberare prigioniere e schiave: alcuni matrimoni, come quello con Juwayriyya bint Harith, ebbero l’obiettivo di liberare donne schiave o prigioniere, offrendo loro una nuova vita.[21]
Alcuni scrittori sostengono che il Profeta (S) si fosse sposato solo per desiderio personale. In risposta a queste affermazioni, l’Allama Tabataba'i sottolinea che il comportamento del Profeta (S) dimostra il contrario. Per vent'anni, circa un terzo della sua vita, egli visse esclusivamente con Khadija (A). Solo nella fase avanzata della sua missione profetica contrasse matrimonio con altre donne.[22] Inoltre, se i matrimoni del Profeta (S) fossero stati motivati dal desiderio, avrebbe sposato donne giovani e belle, non vedove o donne anziane.[23]

Oltre a ciò, secondo l’Allama Tabataba'i, il comportamento del Profeta (S) nei confronti delle donne dimostra chiaramente che egli non le considerò mai come un mezzo per soddisfare i desideri maschili. Al contrario, il suo obiettivo era salvare le donne dall'umiliazione e dalla schiavitù [24]. Kashif al-Ghita' osserva che, attraverso la poligamia, il Profeta (S) cercò di offrire un esempio perfetto di autocontrollo, perseveranza e rispetto per i principi di uguaglianza e giustizia.[25]
Comandi coranici relativi alle mogli del Profeta (S)
Il Corano contiene versetti specifici rivolti alle mogli del Profeta (S), nei quali vengono impartiti comandi particolari. Ecco una panoramica di questi comandi:
Le ricompense e le punizioni delle mogli del Profeta (S) sono raddoppiate
Secondo il Corano: "O mogli del Profeta! Chiunque di voi commetta una grave indecenza, la sua punizione sarà raddoppiata, e ciò è facile per Allah. Ma chiunque di voi sia obbediente ad Allah e al Suo Apostolo e agisca rettamente, le daremo una ricompensa doppia e avremo in serbo per lei una nobile provvidenza".[26] Se le mogli del Profeta (S) hanno agito rettamente, le loro ricompense saranno raddoppiate; se invece hanno commesso atti indecenti, le loro punizioni saranno anch’esse raddoppiate.[27] Questo accade perché, in virtù della loro relazione con il Profeta (S), servono da esempio per le altre donne.[28] Gli esegeti fanno riferimento al versetto: "O mogli del Profeta! Non siete come le altre donne: se siete timorate [di Allah]", [29] per dimostrare che il loro obbligo è più gravoso rispetto a quello delle altre donne, poiché non sarebbe razionale se a parità di obblighi le ricompense fossero diverse.[30]
Conducete una vita semplice e frugale se desiderate il Profeta (S) e l'Aldilà
Il Corano recita: "O Profeta! Di' alle tue mogli: «Se desiderate la vita del mondo e il suo luccichio, venite, provvederò a voi e vi libererò in modo grazioso. Ma se desiderate Allah e il Suo Apostolo (S) e la dimora dell'Aldilà, allora Allah ha davvero preparato una grande ricompensa per le virtuose tra voi»".[31] Le mogli del Profeta (S), se desideravano il Profeta (S) e l'Aldilà, dovevano condurre una vita semplice. Se invece desideravano i beni terreni, il Profeta (S) avrebbe dovuto divorziare da loro e versare il loro mahr (dono nuziale).[32] Secondo il Tafsir-e Nemune, questo versetto fu rivelato in un momento in cui alcune mogli del Profeta (S) si lamentarono delle difficili condizioni di vita e, vedendo il bottino di guerra conquistato dai musulmani, ne richiesero una parte. Il Profeta (S) si rifiutò e si ritirò da loro per un mese, fino a quando non furono rivelati i succitati versetti.[33]
Non essere dolci nel parlare
Il Corano ordina: "Non siate dolci nel parlare, affinché colui nel cui cuore c'è una malattia non vi desideri".[34] Alle mogli del Profeta (S) era vietato addolcire la voce onde evitare di suscitare pensieri impuri negli uomini lussuriosi.[35]
Pronuncia parole onorevoli
Il versetto coranico recita: "Pronuncia parole onorevoli".[36] Le mogli del Profeta (S) erano tenute a parlare in modo conveniente e con parole gradite a Dio e al Profeta (S).[37]
Rimanete nelle vostre case e non mostrate i vostri ornamenti
Il Corano comanda: "Rimanete nelle vostre case e non ostentate i vostri ornamenti come ai tempi della jahiliyya".[38] Le mogli del Profeta (S) dovevano rimanere nelle loro case e non esibire i propri corpi o ornamenti agli altri, come invece si usava nell’epoca pre-islamica.[39] Secondo gli esegeti, questa regola si estende a tutte le donne musulmane, ma merita più enfasi nel caso delle mogli del Profeta (S).[40]
Eseguire la preghiera e pagare la zakat
Il Corano stabilisce: "Eseguite l’orazione e pagate la zakat, e obbedite ad Allah e al Suo Apostolo".[41] Le mogli del Profeta (S) dovevano recitare la preghiera, pagare la zakat e obbedire a Dio e al Profeta (S). Gli esegeti affermano che questo comando, pur estendendosi a tutti i musulmani, è più marcato per loro.[42] L’Allama Tabataba'i sottolinea che il versetto menziona preghiera e zakat perché rappresentano rispettivamente i pilastri del culto e delle transazioni, e tutti gli altri comandi sono inclusi nell’obbedienza a Dio e al Profeta (S).[43]
Cogliete l'opportunità della compagnia del Profeta (S)
Secondo l’Allama Tabataba'i, il versetto: "E ricordate ciò che viene recitato nelle vostre case dei segni di Allah e della saggezza"[44] invita le mogli del Profeta (S) a memorizzare i versetti coranici che ascoltavano nelle loro case e a non deviare dal percorso stabilito da Dio.[45] Altri esegeti interpretano il versetto come un invito a essere grate per la benedizione di vivere in un ambiente in cui si recitano il Corano e gli hadith.[46]
== Comandi coranici rivolti ai musulmani sul come comportarsi con le mogli del Profeta (S) ==
Il Corano ha stabilito precise norme riguardo al modo in cui i musulmani devono comportarsi nei confronti delle mogli del Profeta (S), al fine di preservare il loro onore e rispetto.
Parlare da dietro una tenda Secondo il versetto coranico: "Quando chiedete qualcosa alle [sue] donne, fatelo da dietro una cortina. Ciò è più casto per i vostri cuori e per i loro",[47] quando gli uomini musulmani si rivolgevano alle mogli del Profeta (S), dovevano farlo da dietro una tenda. Il termine "hijab", in questo contesto, non si riferisce al velo ordinario che le donne musulmane sono tenute a indossare, ma a un’ulteriore disposizione, specificamente riservata alle mogli del Profeta (S).[48] Doveva infatti esserci una tenda che le separasse dagli uomini per evitare critiche[49] e per proteggere il loro onore.[50]
Divieto di matrimonio con le mogli del Profeta (S)
Il Corano stabilisce inoltre: "[…] né potrete mai sposare le sue mogli dopo di lui".[51] Questo versetto vietava ai musulmani di sposare le mogli del Profeta (S) dopo la sua dipartita, poiché esse erano considerate le madri spirituali dei credenti.[52] Sono state avanzate diverse teorie per spiegare le ragioni di questo divieto:
- Prevenire qualsiasi disonore verso il Profeta (S): alcune persone avevano progettato di sposare le mogli del Profeta (S) dopo la sua morte con l’intenzione di umiliarlo.
- Evitare abusi di potere: se fosse stato consentito sposare le mogli del Profeta (S), alcuni individui avrebbero potuto sfruttare tale unione per acquisire prestigio sociale o per alterare le dottrine islamiche, con il pretesto di avere accesso esclusivo ai suoi insegnamenti.[53]
- Unione eterna: il matrimonio con le mogli del Profeta (S) fu proibito perché esse saranno le sue spose anche in Paradiso.[54]
Il mahr delle mogli del Profeta (S)
- Articolo principale: Mahr al-Sunna
Secondo gli hadith, le mogli del Profeta (S) avevano un mahr (dono nuziale) di 500 dirham.[55] Il mahr stabilito dal Profeta (S) per le sue mogli e, secondo al-Shaykh al-Saduq, anche per le sue figlie,[56] è noto come "mahr al-sunna" (il mahr della tradizione).[57] Tuttavia, al-Shaykh al-Saduq riporta un hadith dell'Imam al-Baqir (A) in cui si afferma che il mahr di Umm Habiba ammontava a 4.000 dirham.[58] Si dice che l'Imam al-Baqir (A) considerasse questo mahr come un’eccezione, poiché fu pagato da al-Najashi, il sovrano dell'Abissinia, che agì come rappresentante del Profeta (S) nel chiedere il matrimonio con Umm Habiba, e il Profeta (S) non si oppose a tale mahr.[59]
Il comportamento del Profeta (S) con le sue mogli
Secondo Muhammad Hasanayn Haykal (m. 1376/1956), scrittore egiziano, gli arabi dell'epoca non erano a conoscenza del comportamento speciale del Profeta (S) verso le sue mogli.[60] Alcuni versetti coranici affermano che egli (S) si privò di alcune cose lecite per compiacere le sue mogli. Ad esempio, il versetto che recita: "O Profeta! Perché ti rifiuti di fare ciò che Allah ha reso lecito per te, cercando di compiacere le tue mogli?" [61] fu rivelato in occasione di un episodio in cui il Profeta (S) si rifiutò di bere uno sciroppo di miele, preparato per lui da Zaynab bint Jahsh, per accontentare l'altra moglie, Hafsa.[62]
Inoltre, il Profeta (S) trattò le sue mogli con grande equità. Esistono testimonianze che riportano come egli dividesse equamente i propri beni tra di loro. Ad esempio, Muhammad ibn 'Umar al-Waqidi, nel suo libro al-Maghazi, racconta che, dopo la battaglia di Khaybar, il Profeta (S) diede a ciascuna delle sue mogli ottanta wasaq (unità di misura) di datteri e venti wasaq di orzo.[63] Inoltre, egli (S) divideva equamente i suoi pernottamenti tra le mogli e, quando partiva per una battaglia o un viaggio, sceglieva una di esse per accompagnarlo mediante un’estrazione, sebbene il 51° versetto della XXXIII sura del Corano gli avesse permesso di rimandare i turni di una qualsiasi delle sue mogli.[64]
Bibliografia
Esistono numerosi libri sulle mogli del Profeta (S), scritti in arabo e persiano, sia da studiosi sciiti che sunniti, tra cui:
- Al-Muntakhab min kitab azwaj al-nabi salla Allah 'alayh wa-sallam (Selezione dal libro Le mogli del Profeta, la pace sia su di lui e sulla sua famiglia) di Zubayr b. Bakkar (m. 256/869-70). Il libro, curato da Sakina Shahabi, è stato pubblicato a Beirut nel 1403/1982-3 dall’editrice Mu'assisat al-Risala.
- Zawjat al-nabi (Le mogli del Profeta – S) di Sa'id Ayyub (n. 1363/1943-4), un egiziano convertito allo sciismo.[65]
- Sabk zendegi rasul khoda ba hamsaranash (Lo stile di vita del Profeta – S – con le sue mogli) di Farzane Hakimzade. Il libro è stato scritto per presentare un modello basato sul trattamento che il Profeta riservava alle sue mogli.[66]
- Azwaj al-nabi salla Allah 'alayh wa-sallam (Le mogli del Profeta, la pace sia su di lui e sulla sua famiglia) di Muhammad ibn Yusuf Salihi Dimashqi.
- Zawjat al-nabi wa-awladuh (Le mogli e i figli del Profeta – S) di Amir Mahya al-Khayyami, pubblicato nel 1411/1990-1.
- Hamsaran payambar (Le mogli del Profeta – S) di Aqiqi Bakhshayeshi, pubblicato nel 1352/1973-4.
Footnote
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- ↑ The Islamic world welcomes Ayatollah Khamenei's new Istiftāʾ(persian)
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