La vicenda dell’attacco alla casa della nobile Fatima (A)
La vicenda dell’attacco alla casa della nobile Fāṭima (A) (in Arabo: واقعة الهجوم على بيت الزهراء عليها السلام ) si riferisce all’arrivo di 'Umar ibn Khattab e dei suoi compagni davanti alla casa della nobile Fatima (A) per convocare l’Imam Ali (A) e le altre persone presenti nell’abitazione, affinché giurassero fedeltà ad Abu Bakr. Fonti sia sciite sia sunnite riportano che, in tale episodio, avvenuto dopo la scomparsa del Profeta (S) (28 Safar 11/25 maggio 632), 'Umar ibn Khattab minacciò di appiccare il fuoco alla casa se i presenti non fossero usciti.
Nei libri Ithbat al-wasiyya di Sulaym ibn Qays e Tafsir al-'Ayyashi, tra le prime fonti sciite, si menziona che, durante questa vicenda, la quale portò alla rottura e all’incendio della porta di casa, Muhsin (A), il nascituro di Fatima (A), fu abortito e ciò causò in seguito il martirio di Fatima (A). Fonti sunnite, invece, negano sia l’incendio sia il ferimento della nobile Fatima (A), accusando i narratori di essere rafidi [lett. dissidenti].
La necessità, da parte di Abu Bakr, di ottenere la fedeltà dell’Imam Ali (A) per rafforzare la posizione del proprio califfato, unita al rifiuto di Ali (A) di giurargliela, sono state considerate tra le cause di questo incidente. Secondo Muhammad Hadi Yusufi Gharawi, ricercatore di storia islamica, l’episodio avvenne circa cinquanta giorni dopo la morte del Profeta (S).
Secondo il libro di Sulaym ibn Qays e l’opera al-Imama wa al-siyasa, durante l’incontro con Abu Bakr e 'Umar, Fatima (A) recitò l’hadith al-Bad'a e prese Dio quale testimone del fatto che la infastidirono e la irritarono. Le fonti sunnite narrano che negli ultimi istanti della sua vita Abu Bakr dichiarò che avrebbe desiderato non aver mai ordinato l’ingresso nella casa di Fatima (A).
Importanza
La vicenda dell’attacco alla casa di Fatima (A), avvenuta dopo l’evento di Saqifa e finalizzata a ottenere la fedeltà dell’Imam Ali (A) al califfato di Abu Bakr,[1] e che condusse al martirio di Fatima (A),[2] è stata una delle questioni che hanno influito sui rapporti tra sciiti e sunniti. Alcune delle prime fonti sciite, come Ithbat al-wasiyya di Sulaym ibn Qays, Tafsir al-'Ayyashi e Dala'il al-Imama, riportano la vicenda e le sue conseguenze,[3] mentre, al contrario, fonti sunnite negano l’incendio della porta e l’aborto di Muhsin (A), definendo i narratori inaffidabili e rafidi.[4]
Nell’anniversario del martirio della nobile Fatima al-Zahra (A), un periodo noto come “Giorni della Fatimiyya”, gli sciiti commemorano la sua dipartita eseguendo rituali di lutto.

L’importanza della casa della nobile Fatima (A) e dei suoi residenti
In una tradizione riportata da sciiti e sunniti, il Profeta (S) presentò la casa di Fatima (A) e di Ali (A) come il miglior esempio delle “case” menzionate nel versetto 36 della XXIV sura del Corano.
Nelle fonti sciite e sunnite, l’occasione per la rivelazione di alcuni versetti del Corano è collegata agli abitanti della casa di Fatima (A) (ossia l’Imam Ali – A, Fatima al-Zahra – A, l’Imam al-Hasan – A e l’Imam al-Husayn – A), tra cui il Versetto dell’It'am e il Versetto del Tathir. Nell’interpretazione del passo “E comanda alla tua famiglia la preghiera...” (Corano 20:132), Abu Sa'id Khidri narra che, dopo la sua rivelazione, il Profeta (S) si recò ogni giorno, per otto mesi, alla casa di Fatima (A), invitando la famiglia alla preghiera e recitando poi il Versetto del Tathir.[5]

Ubicazione della casa della nobile Fatima (A)
Secondo Sayyid Muhsin Amin, nel suo A'yan al-Shi'a, accanto alla sua moschea e alle abitazioni delle sue mogli, il Profeta (S) costruì una casa per l’Imam Ali (A). L’Imam Ali (A) affittò un’altra casa dopo aver sposato la nobile Fatima (A) e lì vissero per un certo periodo; in seguito, tornarono alla casa adiacente alla moschea, dove vennero alla luce i loro figli. Ali ibn Ahmad Samhudi, studioso sunnita (m. 911/1505 6), collocò l’abitazione di Fatima (A) accanto al pilastro “Murabba'at al-Qabr” nella Moschea del Profeta (S), noto anche come “la stazione di Gabriele”.
Cause e pretesti
Il Profeta (S) aveva presentato Ali ibn Abi Talib (A) come suo successore il 18 del mese di dhu al-hijja 10 AH/16 marzo 632, di ritorno dall’Hajjat al-Wida' (Pellegrinaggio dell’Addio).[6] 'Umar ibn Khattab fu tra coloro che quel giorno si congratularono con l’Imam Ali (A).[7] Tuttavia, subito dopo la scomparsa del Profeta (S), alcuni degli emigranti e degli ausiliari, riunitisi nella Saqifa dei Bani Sa'ida, di comune accordo decisero di nominare Abu Bakr califfo e gli giurarono fedeltà, andando così contro la volontà del Profeta (S).[8] Secondo Ibn Kathir, la promessa di fedeltà ad Abu Bakr ebbe luogo prima della sepoltura del Profeta (S),[9] quando l’Imam Ali (A) stava preparando il corpo del Profeta (S) per la sepoltura.[10]
Secondo Hossein Mohammad Ja'fari, autore de Tashayyo' dar masir-e tarikh, il giuramento di fedeltà ad Abu Bakr da parte del popolo non gli era sufficiente per salire al potere, poiché né Ali (A), considerato da sciiti e sunniti il candidato più autorevole al califfato fra i familiari del Profeta (S), né i suoi compagni più stretti né i Banu Hashim erano stati informati della decisione presa alla Saqifa dei Bani Sa'ida. Pertanto Abu Bakr e 'Umar, temendo una reazione decisa da parte dell’Imam Ali (A) o dei suoi seguaci, lo invitarono a giurare fedeltà e ricorsero alla forza dinanzi al suo rifiuto.[11]
Uno dei fattori che portarono all’opposizione all’Imam Ali (A) e alla sua esclusione dal califfato fu l’invidia per le sue numerose virtù, aspetto menzionato anche in una narrazione del Profeta (S). Inoltre, in tradizioni citate da fonti sia sciite che sunnite, il Profeta (S) aveva predetto che dopo la sua dipartita alcune persone avrebbero manifestato il loro odio verso Ali (A). Secondo alcuni resoconti, l’ostilità dei Quraysh nei confronti dell’Imam 'Ali (A), dovuta all’uccisione da parte di quest’ultimo di diversi loro capi nelle battaglie del Profeta (S), come quella di Badr, giocò il ruolo principale in questa vicenda.
Descrizione dell’incidente
Secondo al-Ya'qubi, uno storico del III/IX secolo, alcuni celebri compagni [del Profeta – S] come Abbas ibn 'Abd al-Muttalib, Fadl ibn 'Abbas, Salman al-Farsi, Abu Dharr al-Ghifari, 'Ammar ibn Yasir e Bura' ibn Azib si rifiutarono di giurare fedeltà ad Abu Bakr durante l’evento di Saqifa.[12] Sayyid Murtada 'Askari, storico del XV/XXI secolo, citando fonti biografiche, storiche e di hadith, affermò che quanti non giurarono fedeltà ad Abu Bakr si riunirono con l’Imam Ali (A) nella casa di Fatima (A).[13] Al-Tabari aggiunse Talha e Zubayr fra i partecipanti al raduno.[14]
L’ordine di Abu Bakr di ottenere la fedeltà di Ali (A) e dei suoi compagni
Dopo aver ricevuto il giuramento di molti, Abu Bakr si rivolse a quanti lo avevano omesso. Secondo il libro al-Imama wa al-siyasa, attribuito a Ibn Qutayba, egli inviò per quattro volte 'Umar e Qunfudh alla casa della nobile Fatima (A) per convocare Ali (A) e gli astanti affinché giurassero fedeltà. Al primo tentativo, gli uomini che si trovavano in quella casa, minacciati da 'Umar, uscirono e prestarono giuramento, eccetto l’Imam Ali (A), che dichiarò di aver giurato di non lasciare l’abitazione finché non avesse completato la raccolta del Corano. Abu Bakr mandò Qunfudh anche una seconda e una terza volta, ma egli tornò con lo stesso rifiuto. Alla quarta, 'Umar e altri si recarono di persona, fecero uscire Ali (A) e lo condussero da Abu Bakr.[15] Secondo Muhammad Hadi Yusufi Gharawi, ricercatore di storia islamica e sciita, Abu Bakr inviò emissari alla casa dell’Imam per tre volte: l’Imam respinse la richiesta nei primi due casi, mentre alla terza il califfo e i suoi seguaci procedettero con la forza.[16]
Nel libro al-Ikhtisas, attribuito ad al-Shaykh al-Mufid, si riferisce che, allorché Ali (A) fu portato alla moschea, Zubayr, anch’egli presente nella casa di Fatima (A), estrasse la spada e gridò: «O figli di 'Abd al-Muttalib! Siete ancora vivi? Ali (A) sarà trattato così?!». Attaccò 'Umar, ma Khalid ibn Walid gli scagliò una pietra e la spada gli cadde di mano: 'Umar la raccolse, la batté contro un sasso e la spezzò.[17] Secondo al-Tabari, storico del III/IX secolo, Zubayr inciampò uscendo dalla casa di Fatima (A) e perse così la sua arma.[18]
Alì (A) fu quindi condotto da Abu Bakr e minacciato di decapitazione se non avesse giurato fedeltà.[19] Il libro di Sulaym ibn Qays narra che l’Imam (A) ricordò all’assemblea le parole del Profeta (S) pronunciate a Ghadir e in altre occasioni sulla sua successione, ma Abu Bakr ribatté di aver udito dal Profeta (S) che missione profetica e califfato non si sarebbero congiunti nell’Ahl al-Bayt (A).[20]
Secondo al-Shaykh al-Mufid, l’Imam Ali (A) non giurò fedeltà ad Abu Bakr il giorno della Saqifa. Diverse fonti riportano versioni discordanti sul fatto che lo avrebbe fatto in seguito: dopo quaranta giorni? Dopo sei mesi? O dopo il martirio di Fatima (A)? Shaykh al-Mufid sostiene che l’Imam (A) non giurò mai fedeltà ad Abu Bakr.[21] Un resoconto riferisce che, alla minaccia di decapitazione, Abbas, zio del Profeta (S), afferrò la mano di Ali (A) e la posò su quella di Abu Bakr per salvargli la vita, così lo lasciarono andare.[22] Secondo al-Imama wa al-siyasa, tuttavia, Abu Bakr affermò che non avrebbe costretto Ali (A) al giuramento finché Fatima (A) fosse rimasta accanto a lui.[23]
La reazione di Fatima (A)
Quando i messaggeri di Abu Bakr giunsero alla sua casa la prima volta, Fatima (A) si presentò alla porta e disse: «Non conosco nessuno la cui presenza sia peggiore della vostra. Avete lasciato a noi il corpo del Messaggero di Dio (S) e avete preso la vostra decisione [sul califfato] senza consultarci né riconoscere i nostri diritti».
Alla quarta visita, mentre 'Umar tentava di portare via l’Imam Ali (A), Fatima (A) esclamò: «O padre! O Messaggero di Dio! Quanto abbiamo sofferto dopo di te, per mano del figlio di Khattab e di quello di Abu Quhafa?!». Alcuni compagni di 'Umar, udendola, si commossero e si ritirarono.[24]
Secondo al-Ya'qubi, Fatima (A) avvertì chi era entrato con la forza: «Giuro su Dio, se non ve ne andate, implorerò la Sua giustizia». A quelle parole tutti lasciarono la casa.[25] Abu Bakr Jawhari (m. 323/934 5), in al-Saqifa wa Fadak, riferisce che, quando 'Umar trascinò fuori Ali (A) con la forza, Fatima (A), rivolgendosi ad Abu Bakr, disse: «Come hai fatto presto a scagliarti contro la famiglia del Messaggero di Dio (A)! Giuro su Dio che non parlerò con 'Umar finché non incontrerò Dio».[26] Saputolo, Abu Bakr si recò da Fatima (A) e intercedette per 'Umar: ella accettò le sue scuse.[27] Secondo Sahih al-Bukhari, tuttavia, Fatima (A) restò adirata anche con Abu Bakr per la confisca di Fadak, non si riconciliò con lui e non gli parlò più fino alla fine dei suoi giorni.[28]
Nell’esegesi di 'Ayashi si legge che, quando Ali (A) fu trascinato fuori dalla sua abitazione, Fatima (A) minacciò Abu Bakr: «Se non liberi Ali (A), andrò alla tomba del Profeta (S) e mi lamenterò con Dio con i capelli arruffati». L’Imam Ali (A) inviò Salman da lei per dissuaderla; udito il messaggio, Fatima (A) rientrò in casa.[29]
Minaccia di appiccare il fuoco alla casa
Su ordine di Abu Bakr, 'Umar ibn Khattab si recò a casa di Fatima (A) per condurre Ali (A) e i suoi compagni a giurare fedeltà. Di fronte al rifiuto dei presenti, ordinò di raccogliere legna da ardere e minacciò di incendiare l’abitazione con tutti al suo interno. La minaccia di 'Umar è riportata in alcune fonti sunnite, tra cui al-'Aqd al-farid,[30] Tarikh al-Tabari,[31] Ansab al-ashraf,[32] al-Musannif,[33] e al-Imama wa al-siyasa.[34] Secondo Ibn 'Abd Rabbih, uno scrittore e storico del III/IX e IV/X secolo, Abu Bakr ordinò a 'Umar di combattere quanti si fossero rifiutati di uscire. 'Umar, impugnando una torcia, minacciò di bruciare la casa se i suoi abitanti non avessero prestato fedeltà.[35] Sempre secondo al-Imama wa al-siyasa, quando gli fecero notare che Fatima (A) si trovava nell’abitazione, 'Umar rispose: «Anche se lei (A) è in casa».[36]
Tra coloro che, secondo le fonti, accompagnarono 'Umar in quell’azione figurano Usayd ibn Hudayr, Salama ibn Salama ibn Waqsh,[37] Thabit ibn Qays ibn Shammas Khazraji,[38] 'Abd al-Rahman ibn 'Awf, Muhammad ibn Muslima[39] e Zayd ibn Aslam.[40]
Sayyid Ja'far Shahidi ritiene che la minaccia di 'Umar di bruciare la casa di Fatima (A), citata in Ansab al-ashraf[41] e al-'Aqd al-farid,[42] fonti sunnite compilate in contesti dove gli sciiti non erano presenti, non potesse essere un’invenzione di simpatizzanti sciiti, inesistenti come forza politica nel I/VII secolo. A suo avviso, i protagonisti di Saqifa sarebbero stati più interessati al governo che alla religione.[43]
Incendio della porta, ferimento di Fatima (A) e aborto di Muhsin (A)
Alcune antiche fonti sciite raccontano che, durante l’attacco alla casa, la porta venne incendiata, Fatima (A) fu ferita e il figlio che portava in grembo, Muhsin (A), fu abortito. Nel libro di Sulaym ibn Qays si narra che 'Umar ibn Khattab mise in pratica la sua minaccia: appiccò il fuoco alla porta, entrò e, di fronte alla resistenza di Fatima (A), la colpì al fianco con il fodero di una spada.[44] L’episodio è ricordato anche nell’opera Ithbat al-Wasiyya, attribuita ad Ali ibn Husayn al-Mas'udi, storico del IV/X secolo: “Assalirono la casa, incendiarono la porta, costrinsero Ali (A) a uscire e schiacciarono la Signora di tutte le donne (A) dietro la porta, sicché Muhsin (A) fu abortito”.[45] Secondo Dala'il al-Imama, 'Umar ordinò a Qunfudh di percuotere Fatima (A).[46]
Anche al-Ayashi, narratore sciita del periodo dell’Occultazione Minore, aggiunge che 'Umar colpì la porta — fatta di rami di palma — rompendola, entrò e trascinò fuori Ali (A) con le spalle legate.[47]
Data della vicenda
Lo storico Muhammad Hadi Yusufi Gharawi, basandosi su varie indicazioni, sostiene che l’attacco non avvenne immediatamente dopo Saqifa e il giuramento ad Abu Bakr, ma circa cinquanta giorni (o più) dopo la morte del Profeta (S).
La prima prova riguarda Burayda ibn al-Husayb al-Aslami, il quale, di ritorno a Medina da Muta con l’esercito di Osama, appresa la notizia dell’evento di Saqifa, con la sua tribù dichiarò che se Ali (A) non avesse giurato fedeltà, non lo avrebbero fatto neppure loro. Solo allora il califfo e i suoi collaboratori decisero di ottenere il giuramento dell’Imam (A).
La seconda prova è collegata all’usurpazione di Fadak, avvenuta dieci giorni dopo il decesso del Profeta (S): poco dopo, Fatima (A) pronunciò alla moschea il celebre sermone di Fadak; dalla descrizione della sua andatura — identica a quella del Profeta (S) — Yusufi Gharawi deduce che l’attacco non poteva essere avvenuto prima, poiché le ferite subite le avrebbero impedito di camminare in quel modo. La terza prova è che, successivamente a Saqifa e alla confisca di Fadak, l’Imam Ali (A), Fatima (A), l’Imam al-Hasan (A) e l’Imam al-Husayn (A) si recarono di notte nelle case degli emigranti e degli ausiliari per chiedere loro di sostenerli nella rivendicazione dei loro diritti; se l’assalto fosse avvenuto prima di ciò, Fatima (A) non avrebbe potuto accompagnarli a causa delle ferite riportate.[48]
Conseguenze
Alcune delle conseguenze dell’attacco alla casa di Fatima (A) furono:
Lo scontento di Fatima (A) nei confronti di Abu Bakr e 'Umar
Secondo il libro di Sulaym ibn Qays, al-Imama wa al-siyasa, e Dala'il al-Imama, dopo l’attacco Abu Bakr e 'Umar si recarono da Fatima (A) e tentarono di scusarsi con lei. Fatima (A) si rifiutò di riceverli; solo grazie alla mediazione dell’Imam Ali (A) accettò poi di incontrarli. Durante l’incontro voltò loro le spalle e ricordò il detto del Profeta (S): «Fatima (A) è parte di me; chiunque la ferisce, ha ferito me». Quindi aggiunse: «Prendo Dio a testimone: voi due mi avete infastidito e fatto adirare».[49]
Aborto di Muhsin (A) e martirio di Fatima (A)
La fonte più antica che documenta l’aborto di Muhsin (A) durante l’assalto è il libro di Sulaym ibn Qays, redatto nel I/VII secolo; la maggior parte delle successive fonti sciite, fra cui al-Ihtijaj di Ahmad ibn Ali al-Tabrisi, Ghayat al-maram di Sayyid Hashim al-Bahrani e Bihar al-anwar dell’Allamah al-Majlisi, lo cita a sua volta riportandolo dal succitato libro di Sulaym ibn Qays.
Una tradizione dell’Imam al-Sadiq (A) afferma che a causare il martirio di Fatima (A) furono proprio le ferite riportate in quell’attacco.[50]
Il pentimento di Abu Bakr
Alcune fonti sunnite, tra cui Tarikh Madinat al-Dimashq[51] di Ibn 'Asaker, al-Mu'jam al-kabir[52] di al-Tabarani e Tarikh al-Islam[53] di al-Dhahabi, riferiscono che, nelle ultime ore della sua vita, Abu Bakr si pentì di tre azioni e dichiarò, fra l’altro, che avrebbe preferito non aver ordinato l’ingresso nella casa di Fatima (A).
Opinioni sunnite
Resoconti secondo cui 'Umar ibn Khattab minacciò di appiccare il fuoco alla casa di Fatima (A) compaiono in fonti sunnite come Ansab al-ashraf,[54] Tarikh al-Tabari,[55] al-'Aqd al-farid,[56] al-Musannif[57] e al-Imama wa al-siyasa.[58] Tali opere, tuttavia, negano che la casa sia stata incendiata o che Fatima (A) sia stata ferita dalla pressione della porta e abbia abortito Muhsin (A), accusando i narratori di tale versione di essere rafidi.
Muhammad ibn 'Abd al-Karim al-Shahristani, autore ash'arita (m. 548/1153 4), nell’introduzione ad al-Hudhayliyyah, una setta mu'tazilita, riporta che i suoi aderenti ritenevano che 'Umar avesse ferito Fatima (A) il giorno del giuramento, provocando l’aborto del bambino non ancora nato. Shahristani bolla questa notizia come menzogna.[59]
Khalil ibn Ibak al-Safdi (m. 746/1345 6), nell’' 'al-Wafi bil-wafayat, presentando Ibrahim ibn Sayyar, detto Nazzam, eminente mu'tazilita, lo descrive incline al rafidismo e cita la sua affermazione secondo cui 'Umar fece del male a Fatima (A) e causò l’aborto di Muhsin (A).[60]
Shams al-Din al-Dhahabi (m. 748/1347 8), nel Sayr a'lam al-nubala, introducendo Ibn Abi Daram, narratore kufano del IV/X secolo, lo descriveva come guida, custode e sapiente, ma riteneva che la sua inclinazione rafidita lo rendesse inaffidabile, aggiungendo che, alla fine dei suoi giorni, gli furono ricordati vari difetti attribuiti ai califfi, tra cui l’accusa che 'Umar avesse fatto del male a Fatima (A) causandole un aborto. Per questo motivo, al-Dhahabi lo considerava sviato. Anche Ibn Hajar 'Asqalani (m. 852/1448 9), nel Lisan al-mizan, giudicava Ibn Abi Daram un rafidi e un bugiardo per aver riportato resoconti sui difetti dei califfi, inclusa la vicenda dell’aborto di Fatima (A).
Footnote
- ↑ Ibn Qutayba, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 30-31.
- ↑ Ṭabarī, Dalāʾil al-imāma, p. 134.
- ↑ Sulaym b. Qays, Kitāb Sulaym b. Qays , vol. 1, p. 150; Masʿūdī, Ithbāt al-waṣiyya, vol. 1, p. 146; ʿAyyāshī, Tafsīr al-ʿAyyāshī, vol. 2, p. 67.
- ↑ Ṣafadī, al-Wāfī, vol. 6, p. 15; Dhahabī, Siyar aʿlām al-nubalāʾ, vol. 15, p. 578; Ibn Ḥajar, Lisān al-mīzān, vol. 1, p. 609.
- ↑ The days of martyrdom of Lady Fatima al-Zahra (a) in Pakistan (Persian) Mourning Ceremony of the Fatimiyya in the Islamic Center of Hamburg (Persian).
- ↑ Ibn Kathīr, al-Bidāya wa l-nihāya, vol. 5, p. 209- 210; Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 42, p. 233; Mufīd, al-Irshād, vol. 1, p. 177.
- ↑ Khaṭīb Baghdādī, Tārīkh-i Baghdād,vol. 8, p. 284; Mufīd, al-Irshād, vol. 1, p. 177.
- ↑ Ṭabarī, Tārīkh al-umam wa l-mulūk, vol. 3, p. 206; Ibn Athīr, al-Kāmil, vol. 2, p. 327.
- ↑ Ibn Kathīr, al-Bidāya wa l-nihāya, vol. 5, p. 268.
- ↑ Ibn Saʿd, al-Ṭabaqāt al-kubrā, vol. 2, p. 212.
- ↑ Jaʿfarī, Tashayyuʿ dar masīr-i tārīkh, p. 67-68.
- ↑ Yaʿqūbī, Tārīkh al-Yaʿqūbī, vol. 2, p. 124.
- ↑ ʿAskarī, Saqīfa, p. 99.
- ↑ Ṭabarī, Tārīkh al-umam wa l-mulūk, vol. 3, p. 202.
- ↑ Ibn Qutayba, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 30- 31.
- ↑ Yūsufī Gharawī, Tārīkh-i hujūm bi khana-yi Ḥaḍrat-i Zahrā (a). p. 14.
- ↑ Mufīd, al-Ikhtiṣāṣ, p. 186.
- ↑ Ṭabarī, Tārīkh al-umam wa l-mulūk, vol. 3, p. 202.
- ↑ Ibn Qutayba, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 30- 31.
- ↑ Hilālī, Kitāb Sulaym b. Qays, vol. 1, p. 153- 155.
- ↑ Mufīd, al-Fuṣūl al-mukhtara, p. 56- 57.
- ↑ ʿAyyāshī, Tafsīr al-ʿAyyāshī, vol. 2, p. 68.
- ↑ Ibn Qutayba, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 30- 31.
- ↑ Ibn Qutayba, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 30- 31; Shūshtarī, Iḥqāq al-ḥaqq, vol. 33, p. 360.
- ↑ Yaʿqūbī, Tārīkh al-Yaʿqūbī, vol. 2, p. 126.
- ↑ Jawharī Baṣrī, al-Saqīfa wa Fadak, p. 53; Ibn Abī l-Ḥadīd, Sharḥ Nahj al-balāgha, vol. 2, p. 57.
- ↑ Jawharī Baṣrī, al-Saqīfa wa Fadak, p. 53
- ↑ Bukhārī, Ṣaḥīḥ al-Bukhārī, vol. 8, p. 149.
- ↑ ʿAyyāshī, Tafsīr al-ʿAyyāshī, vol. 2, p. 67.
- ↑ Ibn ʿAbd Rabbih, al-ʿIqd al-farīd, vol. 5, p. 13.
- ↑ Ṭabarī, Tārīkh al-umam wa l-mulūk, vol. 3, p. 202.
- ↑ Balādhurī, Ansāb al-ashrāf, vol. 1, p. 586.
- ↑ Ibn Abī Shayba, al-Muṣannaf, vol. 13, p. 469.
- ↑ Ibn Qutayba, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 30.
- ↑ Ibn ʿAbd Rabbih, al-ʿIqd al-farīd, vol. 5, p. 13.
- ↑ Ibn Qutayba, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 30- 31.
- ↑ In another narration, Salma b. Aslam b. Juraysh is mentioned.
- ↑ Shaybānī Baghdādī, al-Sunna, vol. 2, p. 553; Dīyārbakrī, Tārīkh al-khamīs, vol. 2, p. 169.
- ↑ Ibn Kathīr, al-Bidāya wa l-nihāya, vol. 5, p. 270.
- ↑ Ḥillī, Nahj al-ḥaq, p. 271.
- ↑ Balādhurī, Ansāb al-ashrāf, vol. 1, p. 586.
- ↑ Ibn ʿAbd Rabbih, al-ʿIqd al-farīd, vol. 5, p. 13.
- ↑ Shahīdī, Zindigānī-i ʿAlī b. Ḥusayn (a), p. 109, 111- 112.
- ↑ Hilālī, Kitāb Sulaym b. Qays, vol. 1, p. 150.
- ↑ Masʿūdī, Ithbāt al-waṣiyya, vol. 1, p. 146.
- ↑ Ṭabarī, Dalāʾil al-imāma, p. 134.
- ↑ ʿAyyāshī, Tafsīr al-ʿAyyāshī, vol. 2, p. 67.
- ↑ Yūsufī Gharawī, Tārīkh-i hujūm bi khana-yi Ḥaḍrat-i Zahrā (a). p. 14.
- ↑ Hilālī, Kitāb Sulaym b. Qays, vol. 1, p. 869; Ibn Qutayba, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 31; Ṭabarī, Dalāʾil al-imāma, p. 134- 135.
- ↑ Allāh Akbarī, Muḥsin b. ʿAlī (a), p. 69.
- ↑ Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 42, p. 422.
- ↑ Ṭabarānī, al-Muʿjam al-kabīr, vol. 1, p. 62.
- ↑ Dhahabī, Tārīkh al-Islām, vol. 3, p. 118.
- ↑ Balādhurī, Ansāb al-ashrāf, vol. 1, p. 586.
- ↑ Ṭabarī, Tārīkh al-umam wa l-mulūk, vol. 3, p. 202.
- ↑ Ibn Abī Shayba, al-Muṣannaf, vol. 13, p. 469.
- ↑ Ibn ʿAbd Rabbih, al-ʿIqd al-farīd, vol. 5, p. 13.
- ↑ Ibn Qutayba, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 30.
- ↑ Shahristānī. al-Milal wa al-niḥal, vol. 1, p. 57.
- ↑ Ṣafadī, al-Wāfī, vol. 6, p. 15.
Riferimenti
- Abū Ḥayyān Tawhīdī, ʿAlī b. Muḥammad. Al-Baṣāʾir wa al-Dhakhāʾir. Beirut: Dār al-Ṣādir, Beirut: Dār al-Ṣādir, 1408 AH.
- Abū Nuʿaym al-Iṣfahānī, Aḥmad b. ʿAbd Allāh. Maʿrifat al-sahāba. Edited by ʿAzāzī ʿĀdil bin Yusuf. 1st edition. Riyadh: Dār al-Waṭan, 1419 AH.
- ʿAbd al-Zahrāʾ, Mahdī. Nigarishī bi asnād wa madārik-i hujūm bi khana-yi Ṣiddīqa-yi Ṭāhira (a) az qarn-i awwal-i Hijrī tā kunūn. 5th edition. Tehran: Nashr-i Tak, 1391 Sh.
- Allāh Akbarī, Muḥammad. Muḥsin b. ʿAlī (a). Majalla-yi Ṭulūʾ 29 (1388 Sh).
- Amīn, Sayyid Muḥsin al-. Naqḍ al-washīʿa. Beirut: Muʾassisat al-Aʿlamī, 1403 AH.
- ʿAskarī, Murtaḍā. Saqīfa; barrasī-yi nahwa-yi shiklgīrī-yi ḥukūmat pas az riḥlat-i Payāmbar. Edited by Mahdī Dashtī. Qom: Intishārāt-i Dānishkada-yi Uṣūl al-Dīn, 1387 Sh.
- ʿAyyāshī, Muḥammad b. Masʿūd al-. Tafsīr al-ʿAyyāshī. Edited by Rasūlī Maḥallātī. Tehran: al-Maktaba al-ʿIlmiyya al-Islāmiyya, 1380 Sh.
- Baḥrānī, Hāshim b. Sulaymān al-. Al-Burhān fī tafsīr al-Qurʾān. Qom: Muʾassisa Biʿthat, [nd].
- Bukhārī, Muḥammad b. Ismāʿīl al-. Ṣaḥīḥ al-Bukhārī. Edited by Muḥammad Zuhayr. Beirut: Dār Ṭawq al-Nijāh, 1422 AH.
- Balādhurī, Aḥmad b. Yaḥyā al-. Ansāb al-ashrāf. Beirut: Dār al-Fikr, 1417 AH.
- Dīyārbakrī, Ḥusayn b. Muḥammad. Tārīkh al-khamīs fī aḥwāl ʾanfas al-nafīs. Beirut: Dār Ṣādir, [n.d].
- Dhahabī, Muḥammad b. al-Aḥmad al-. Tārīkh al-Islām wa wafayāt al-mashāhīr wa l-aʿlām. Beirut: Dār al-Kitāb al-ʿArabī, 1413 AH.
- Dhahabī, Muḥammad b. al-Aḥmad al-. Siyar aʿlām al-nubalāʾ. Beirut: Muʾassisat al-Risāla, 1405 AH.
- Fakhr al-Rāzī, Muḥammad b. al-ʿUmar al-. Al-Tafsīr al-Kabīr. Beirut: Dār Iḥyāʾ al-Turāth, 1420 AH.
- Ganjī al-Shāfiʿī, Muḥammad b. Yūsuf al-. Kifāyat al-ṭālib fī manāqib ʿAlī b. Abī Ṭālib. 2nd edition. Tehran: Dār Iḥyāʾ al-Turāth Ahl al-Bayt, 1404 AH.
- Hilālī, Sulaym b. Qays. Kitāb Sulaym b. Qays al-Hilālī. Qom: Al-Ḥadī, 1420 AH.
- Ḥillī, al-Ḥasan b. Yūsuf al-. Nahj al-ḥaq wa Kashf al-ṣidq. Qom: Dār al-Kitāb al-Lubnānī, 1982 CE.
- Haythamī, ʿAlī b. Abūbakr. Majmaʿ al-zawāʾid wa manbaʿ al-fawāʾid. Cairo: Maktabat al-Qudsī, 1414 AH.
- Ibn Abī l-Ḥātam, ʿAbd al-Raḥmān b. Muḥammad. Tafsīr al-Qurʾān al-ʿaẓīm. Edited by Asʿad Muḥammad al-Ṭayyib. Mecca: Maktabat Nazār Muṣṭafā al-Bāz, [nd].
- Ibn Abī l-Ḥadīd, ʿAbd al-Ḥamīd b. Hibat Allāh. Sharḥ Nahj al-balāgha. Qom: Maktabat Āyat Allāh al-Marʿashī, 1404 AH.
- Ibn Ḥajar al-ʿAsqalānī, Aḥmad b. ʿAlī. Lisān al-mīzān. Beirut: Dār al-Bashāʾir, 2002.
- Ibn Saʿd, Muḥammad b. Manīʿ al-Ḥāshimī al-Baṣrī. Al-Ṭabaqāt al-kubrā. Edited by Muḥammad ʿAbd al-Qādir ʿAṭā. Beirut: Dar al-Kutub al-ʿIlmiyya,1410AH-1990.
- Ibn Shahrāshūb, Muḥammad b. ʿAlī. Manāqib Āl Abī Ṭālib. Qom: Nashr-i ʿAllāma, 1379 Sh.
- Ibn ʿAbd Rabbih, Aḥmad Muḥammad. Al-ʿIqd al-farīd. 1st edition. Beirut: 1404 AH.
- Ibn Athīr al-Jazarī, ʿAlī b. Abī l-Karam. Al-Kāmil fī l-tārīkh. Beirut: Dār Ṣādir, 1385 AH-1965.
- Ibn ʿAsākir, ʿAlī b. al-Ḥasan. Tārīkh madīnat Dimashq. Beirut: Dār al-Fikr, 1415 AH.
- Ibn Qutayba al-Dīnawarī, ʿAbd Allāh b. Muslim . Al-Imāma wa l-sīyāsa al-mʿrūf bi-tārīkh al-khulafāʾ. Qom: Sayyid Raḍī, 1413 AH.
- Ibn Kathīr, Ismāʿīl b. ʿUmar. Al-Bidāya wa l-nihāya. Beirut: Dār Iḥyāʾ al-Turāth al-ʿArabī, 1408 AH.
- Ibn Hishām, ʿAbd al-Malik. Al-Sīra al-nabawīyya. Egypt: Shirkat Maktabat wa Maṭbaʿat Muṣṭafā al-Bābī al-Ḥalabī, 1375 AH.
- Irbilī, ʿAlī b. ʿĪsā al-. Kashf al-ghumma fī maʿrifat al-aʾimma. Qom: Raḍī, 1421 AH.
- Jaʿfarī, Ḥusayn Muḥammad. Tashayyuʿ dar masīr-i tārīkh. Translated by Muḥammad Taqī Āyatullāhī. 14th edition. Tehran: Daftar-i Nashr-i Farhang-i Islāmī, 1386 Sh.
- Jawharī Baṣrī, Aḥmad b. ʿAbd al-ʿAzīz. Al-Saqīfa wa Fadak. 2nd edition. Beirut: Shirka al-kutubī li-ṭibaʿat wa al-Nashr, 1401.
- Kūfī, Ibn Abī Shayba al-. Al-Muṣannaf. Edited by: Muḥammad Laḥīdān. Riyadh: Maktaba al-Rushd, 1425 AH.
- Khaṭīb Baghdādī, Aḥmad b. ʿAlī. Tārīkh-i Baghdād. Edited by Musṭafā ʿAbd al-Qādir ʿAṭā. Beirut: Dār al-Kutub al-ʿIlmīyya, 1417 AH.
- Masʿūdī, ʿAlī b. al-Ḥusayn al-. Ithbāt al-waṣiyya. Qom: Muʾassisat Anṣārīyān, 1384 Sh.
- Masʿūdī, ʿAlī b. al-Ḥusayn al-. Murūj al-dhahab wa maʿadin al-jawhar. 2nd edition. Edited by Asʿad Dāghir. Qom: Dār al-Hijra, 1409 AH.
- Mufīd, Muḥammad b. Muḥammad al-. Al-Fuṣūl al-mukhtara. 1st edition. Edited by: ʿAlī Mīrsharīfī. Qom: Kungira-yi Shaykh Mufīd, 1413 AH.
- Mufīd, Muḥammad b. Muḥammad al-. Al-Ikhtiṣāṣ. Edited by ʿAlī Akbar Ghaffārī and Maḥmūd Muḥarramī Zarandī. Qom: al-Muʾtamar al-ʿĀlamī li-Alfīyat al-Shaykh al-Mufīd, 1413 AH.
- Mufīd, Muḥammad b. Muḥammad al-. Al-Irshād fī maʿrifat ḥujaj Allāh ʿalā l-ʿibād. [np], 1413 AH.
- Muntaẓirī Muqaddam, Ḥamīd. Rashk bar Amīr-i Muʾminān (a): Darāmadī bar rawānshināsi-yi munāsibāt dar Tārīkh-i Islām. Majalla-yi Tārīkh dar āyīna-yi pajūhish 3 (1383 Sh).
- Samhudī, ʿAlī b. ʿAbd Allāh. Wafāʾ al-wafā bi akhbār dar al-Muṣṭafā. Beirut: Dār al-Kutub al-ʿIlmiyya, 2006.
- Suyūṭī, ʿAbd al-Raḥmān b. Abī Bakr al-. Al-Durr al-manthūr fī tafsīr al-maʾthūr. Beirut: Dār al-Fikr, [nd].
- Shahristānī, Muḥammad b. ʿAbd al-Karīm. Al-Milal wa al-niḥal. Beirut: Dār al-Maʿrifa, [nd].
- Shahīdī, Sayyid Jaʿfar. Zindigānī-i ʿAlī b. Ḥusayn (a). Tehran: Daftar-i Nashr-i Farhang, 1363 Sh.
- Shūshtarī, Nūr Allāh al-Ḥusaynī al-. Iḥqāq al-ḥaqq wa izhāq al-bāṭil. Edited by Marʿashī al-Najafī. Qom: Kitābkhāna-yi Āyatollāh Marʿashī al-Najafī, 1409 AH.
- Shaybānī Baghdādī, ʿAbd Allāh b. Aḥmad. Al-Sunna. Saudi Arabia: Dār Ibn al-Qayyim, 1406 AH.
- Ṣadūq, Muḥammad b. ʿAlī al-. ʿUyūn akhbār al-Riḍā. Tehran: Nashr-i Jahān, 1378 AH.
- Ṣadūq, Muḥammad b. ʿAlī al-. Maʿānī al-akhbār. Edited by ʿAlī Akbar Ghaffārī. Qom: Intishārāt-i Islāmī, 1403 AH.
- Ṣafadī, Khalīl b. ʾAybak al-. Al-Wāfī bi l-wafayāt. Beirut: Dār Iḥyāʾ al-Turāth, 1420 AH.
- Tabrīzī, Jaʿfar. Ḥaqīqat-i Hujūm bi Khāna-yi Hadrat-i Fāṭima-yi Zahrā (a) az manābiʿ-i ʿĀmma. Qom: Dār al-Ṣiddīqa al-Shahīda, 1397 Sh.
- Tirmidhī, Muḥammad ibn ʿĪsā al-. Sunan al-tirmidhī. 2nd edition. Edited by: ʿAbd al-Wahhāb ʿAbd al-Laṭīf. Beirut: Dār al-Fikr, 1403 AH.
- Ṭabarānī, Sulaymān b. Aḥmad. Al-Muʿjam al-kabīr. Cairo: Maktaba Ibn Taymīyya, 1415 AH.
- Ṭabrisī, Faḍl b. al-Ḥasan al-. Majmaʿ al-bayān fī tafsīr al-Qurʾān. Beirut: Dār al-Maʿrifa, [nd].
- Ṭabarī, Muḥammad b. Jarīr al-. Al-Mustarshid fī al-Imāma. Qom: Kūshanpūr, 1415 AH.
- Ṭabarī, Muḥammad b. Jarīr al-. Dalāʾil al-imāma. Qom: Biʾthat, 1413 AH.
- Ṭabarī, Muḥammad b. Jarīr al-.Tārīkh al-umam wa l-mulūk. 4th edition. Beirut: Muʾassisat al-Aʿlamī, 1413 AH.
- Ṭabarī, Muḥammad b. Jarīr al-. Jāmiʾ al-bayān ʿan taʾwīl āyāt al-Qurʾān. Beirut: Muʾassisat al-Risāla, 1420 AH.
- Ṭūsī, Muḥammad b. al-Ḥasan al-. Al-Tibyān fī tafsīr al-Qurʾān. Beirut: Dār Iḥyāʾ al-Turāth al-ʿArabī, [n.d].
- Yaʿqūbī, Aḥmad b. Abī Yaʿqūb al-. Tārīkh al-Yaʿqūbī. Beirut: Dār Ṣādir, [nd].
- Yūsufī Gharawī, Muḥammad Hādī. Tārīkh-i hujūm bi khana-yi Ḥaḍrat-i Zahrā (a). Āyīna-yi pajūhish 27 (1379 Sh).
- ایام شھادت حضرت فاطمه الزھرا سلام اللہ علیھا در پاکستان ( The days of martyrdom of Lady Fatima al-Zahra (a) in Pakistan (Persian)). Accessed: 2023/11/29.
- مراسم سوگواری ایام فاطمیه در مرکز اسلامی هامبورگ (Mourning Ceremony of the Fatimiyya in the Islamic Center of Hamburg (Persian)). Accessed: 2023/11/29.
- مراسم سوگواری شهادت حضرت فاطمه(س) در جمهوری آذربایجان و تاجیکستان (The mourning ceremony of the martyrdom of Lady Fatima (a) in the Republic of Azerbaijan and Tajikistan (Tajik: not accessed)).