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Hadith 'Ali ma'a al-Haqq

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L’Hadith 'Alī ma'a al-ḥaqq wa-l-ḥaqq ma'a 'Alī (in Arabo: حديث عَلِيٌّ مَعَ الْحَقِّ وَالْحَقُّ مَعَ عَلِيٍّ, Ali è con la verità e la verità è con Ali) è un hadith del Profeta (S) riguardante l’Imam Ali (A). Lo stesso concetto è stato trasmesso sempre dal Profeta (S) anche con parole diverse. Alcune di queste versioni compaiono nelle fonti, sia sciite sia sunnite, e l’hadith è considerato mutawatir (trasmesso frequentemente). Durante il Consiglio dei sei membri per la scelta del califfo che sarebbe succeduto a 'Umar ibn al-Khattab, Ali (A) citò questo hadith come prova del suo essere degno del ruolo di califfo. Un certo numero di compagni del Profeta (S) e studiosi sunniti in diverse occasioni hanno fatto ricorso a questo hadith come dimostrazione della giustezza delle azioni dell'Imam Ali (A). Questo hadith implicherebbe la superiorità dell’Imam Ali (A) sugli altri compagni, la sua infallibilità, l’obbligo di obbedirgli, la sua priorità per l’imamato e la successione del Profeta (S), nonché il divieto di insultarlo o maledirlo.

Contenuto e testo

Essere con la verità è una virtù del Principe dei credenti (A), come sottolineato in un hadith del Profeta (S): «Ali è con la verità e la verità è con Ali».[1] L’hadith è stato trasmesso dal Profeta (S) anche con parole diverse in varie occasioni.[2] Secondo l’'Allama al-Hilli gli hadith a tal proposito sono così frequenti da non poter essere enumerati.[3] Diverse trascrizioni di questo hadith si trovano in fonti come Kashf al-yaqin,[4] Kashf al-ghumma,[5] Bihar al-anwar,[6] al-Ghadir,[7] e Mizan al-hikma.[8] Nella sua opera Ghayat al-maram, Sayyid Hashim al-Bahrani analizza questo e hadith simili in due capitoli elencando ventisei casi.[9]

Validità

Si ritiene che alcuni di questi hadith siano indiscutibili e indubitabili,[10] accettati all'unanimità sia dai musulmani sciiti sia da quelli sunniti,[11] e altresì mutawatir.[12] Inoltre, si dice che alcuni testi di questi hadith posseggano il più alto grado di validità, poiché la loro frequenza e incontrovertibilità sono riconosciute dagli studiosi di hadith, sciiti e sunniti.[13] In aggiunta a tutto ciò, non è stata mossa alcuna obiezione alle catene di trasmettitori di questo hadith.[14]

Secondo Ibn Abi l-Hadid, la catena di trasmissione di questo hadith è accurata e indubitabile.[15] L’hadith “Ali è con la verità” è riportato in alcuni dei Sei Libri[16] e in altre fonti sunnite, raggiungendo circa 130 casi.[17]

La tesi di Ibn Taymiyya

Nel suo Minhaj al-sunna, Ibn Taymiyya sostiene che l'hadith non sia stato narrato dal Profeta (S), nemmeno attraverso una catena di trasmissione invalida. Rimprovera l’'Allama al-Hilli per aver citato questo hadith, definendolo un bugiardo.[18] In risposta, studiosi sciiti hanno citato hadith dei compagni del Profeta (S) al riguardo.[19] Inoltre, nell'opera al-Ghadir, l’'Allama Amini riporta numerosi hadith tratti da fonti autorevoli di eminenti sapienti sunniti.[20]

Trasmettitori

L'hadith "Ali è con la verità" è stato narrato dall'Imam Ali (A) e da ventitré compagni del Profeta (S),[21] tra cui: il Primo Califfo,[22]Sa'd ibn 'Ubada,[23] Abu Dhar al-Ghifari,[24] Miqdad,[25] Salman al-Farsi,[26] Ammar ibn Yasir,[27] Abu Musa al-Ash'ari,[28] Abu Ayyub al-Ansari,[29] Sa'd ibn Abi Waqqas,[30] Abd Allah ibn al-Abbas,[31] Jabir ibn Abd Allah al-Ansari,[32] Hudhayfa ibn Yaman,[33] A'isha,[34] e Umm Salama.[35] Negli hadith dell’Ahl al-Bayt (A), questo hadith è stato narrato dall'Imam al-Sadiq (A) attraverso i suoi avi.[36]

Argomenti e citazioni

Vi furono diverse occasioni in cui l'Imam Ali (A) e altri compagni del Profeta (S) citarono l'hadith "Ali è con la verità" come prova a favore di Ali (A):

  • Consiglio dei Sei Membri: formatosi dopo la morte del Secondo Califfo per la scelta del califfo successivo; in quell’occasione l'Imam Ali (A) citò l’hadith come prova del suo essere degno di tale posizione. Chiese agli altri membri di testimoniare l'accuratezza dell'hadith, e così fecero.[37]
  • Battaglia del Cammello (Jamal): Muhammad ibn Abu Bakr[38] e 'Abd Allah ibn Budayl con suo fratello Muhammad[39] interrogarono A'isha sull’hadith secondo cui Ali (A) era dalla parte della verità. Dopo la battaglia di Nahrawan, A'isha stessa citò l’hadith come prova che Ali (A) era sul fronte giusto.[40]
  • Battaglia di Siffin: Abu Ayyub al Ansari, un compagno del Profeta (S), pronunciò un discorso durante tale battaglia, ammonendo gli oppositori e ricordando che Ammar ibn Yasir era con Ali (A) e che il Profeta (S) aveva detto che: “Ali (A) è con la verità”.[41] Anche Sa'd ibn Abi Waqqas, non particolarmente amico di Ali (A), citò l’hadith alla presenza di Mu'awiya ibn Abi Sufyan.[42]

Studiosi sunniti, tra cui Ahmad ibn Hanbal,[43] Ibn Abi l-Hadid,[44] Ibn al-Jawzi[45]e Sibt ibn al-Jawzi,[46] hanno citato l’hadith in lode dell'Imam Ali (A) e come prova della giustezza delle sue azioni.

Interpretazioni

La calligrafia dell'hadith "al-Haq è con Ali", nel sacro Santuario dell'Imam Ali (a).

Sono state proposte diverse interpretazioni dell’hadith “Ali è con la verità”:

Ali (A) come criterio di verità

L’Imam Ali (A) è considerato giusto in tutte le sue azioni, perspicace nella conoscenza della verità e criterio per distinguere il vero dal falso;[47] taluni si sono avvalsi di tale hadith per dimostrare che i nemici di Ali (A) sono fuorviati e nel torto.[48] Altri ritengono che l’unica confessione che porta alla salvezza sia quella dei seguaci di Ali (A).[49] Fakhr al Razi, esegeta sunnita, ricorre all’hadith per dimostrare che chi segue Ali (A) nelle questioni religiose sarà guidato,[50] infatti l’hadith originale prosegue con le parole che il Profeta (S) disse ad 'Ammar ibn Yasir: «Se tutti vanno in una direzione e Ali in un’altra, allora segui Ali, perché la sua è la via giusta».[51]

Imamato e successione immediata

Gli studiosi sciiti sono del parere che l’hadith implichi l'assoluta superiorità di Ali (A) su tutti i compagni, nonché il suo essere degno dell’imamato e della successione immediata al Profeta (S).[52] Ali (A) non sarebbe stato descritto in questo modo se non avesse posseduto il più alto grado di sapienza, moralità e competenza politica.[53]

Secondo l’'Allama al-Majlisi, anche i mutaziliti si sono avvalsi di tale hadith come prova della superiorità di Ali (A).[54]

Infallibilità

Secondo Al-Shaykh al-Mufid, l'Imam Ali (A) non poteva commettere errori o dubitare delle decisioni divine, poiché il Profeta (S) lo aveva descritto come colui che è con la verità,[55] il che equivale a dire che non avrebbe mai smarrito la via.[56] Dato l’enunciato incondizionato dell’hadith, alcuni hanno sostenuto che esso dimostra l'infallibilità dell'Imam Ali (A) in tutte le sue azioni,[57] e ciò abbracciava tutti i contesti: cognitivi, volitivi, normativi, razionali, sociali e morali.[58] Per questo motivo, era impossibile che l'Imam (A) commettesse errori o peccati,[59] poiché in tal caso Ali (A) non sarebbe stato con la verità, né la verità con Ali (A), e le parole incondizionate del Profeta (S) sarebbero state violate.[60]

Obbedienza e divieto di ostilità

In base a questo hadith è obbligatorio obbedire incondizionatamente ad Ali (A).[61] Alcuni hanno citato questi hadith come prova del più alto grado di virtù, dignità e grandezza dell'Imam Ali (A), sostenendo che, come minimo, l'hadith implichi il divieto di combattere, maledire ed esprimere ostilità nei confronti di Ali (A).[62]

Fabbricazione dell'hadith per il Secondo Califfo

Esistono fonti sunnite in cui viene citato un hadith simile riguardante Umar ibn al-Khattab, in cui il Profeta (S) accoglie 'Umar con compassione, aggiungendo che 'Umar dice la verità, anche se la verità lo abbandona.[63]

Diversi studiosi ritengono che come contenuto e catena di trasmissione l'hadith “Ali (A) è con la verità” fosse talmente valido, da non poter essere ragionevolmente negato. Pertanto, i nemici dell'Imam (A) cercarono di fabbricare hadith simili per i suoi rivali o di aggiungere virtù dei califfi precedenti all'hadith sull'Imam Ali (A), affinché la virtù non rimanesse esclusiva dell'Imam (A).[64]

Footnote

  1. ↑ Kulaynī, al-Kāfī, vol. 1, p. 294; Khazzāz al-Qummī, Kifāyat al-athar, p. 20; Ibn Ḥayyūn, Sharḥ al-akhbār, vol. 2, p. 60; Mufīd, al-Fuṣūl al-mukhtarat, p. 97.
  2. ↑ Tunikābunī, Ḍiyāʾ al-qulūb, vol. 2, p. 203.
  3. ↑ Ḥillī, Kashf al-yaqīn, p. 237.
  4. ↑ Ḥillī, Kashf al-yaqīn, p. 233-236.
  5. ↑ Irbilī, Kashf al-ghumma, vol. 1, p. 146-148.
  6. ↑ Majlisī, Biḥār al-anwār, vol. 38, p. 29-40.
  7. ↑ Amīnī, al-Ghadīr, vol. 3, p. 251-256.
  8. ↑ Muḥammadī Rayshahrī, Mizān al-ḥikma, vol. 1, p. 184.
  9. ↑ Āmadī, Ghāyat al-marām, vol. 5, p. 282-291.
  10. ↑ Mīlānī, Sharḥ minhāj al-karāma, vol. 2, p. 95.
  11. ↑ Ṭabāṭabāʾī, al-Mīzān, vol. 12, p. 110; Ṭaliqānī, Manhaj al-rashād, vol. 1, p. 30-31.
  12. ↑ ʿĀmilī, Ithbāt al-hudāt, vol. 2, p. 318.
  13. ↑ Faqīhīmanī, Ḥaq bā ʿAlī ast, p. 47.
  14. ↑ Mufīd, al-Jumal, p. 81.
  15. ↑ Ibn Abī l-Ḥadīd, Sharḥ Nahj al-balagha, vol. 2, p. 297; vol. 18. p. 72-73.
  16. ↑ Tirmidhī, Sunan al-tirmidhī, vol. 5, p. 633.
  17. ↑ Faqīhīmanī, Ḥaq bā ʿAlī ast, p. 49-58.
  18. ↑ Ibn Taymīyya, Minhāj al-sunna al-nabawīyya, vol. 4, p. 238.
  19. ↑ Amīnī, Nazrat fī kitāb minhāj al-sunnat al-nabawīyya, p. 104; Faqīhīmanī, Ḥaq bā ʿAlī ast, p. 98.
  20. ↑ Amīnī, al-Ghadīr, vol. 3, p. 251-256.
  21. ↑ Riḍwānī, Shīʿashināsī wa pāsukh bi Shubahāt, vol. 1, p. 55; Faqīhīmanī, Ḥaq bā ʿAlī ast, p. 48-49.
  22. ↑ Ṭabrisī, al-Iḥtijāj, vol. 1, p. 88.
  23. ↑ ʿĀmilī, Ithbāt al-hudāt, vol. 3, p. 298; Ṭabarī, Kāmil al-Bahāʾī, vol. 1, p. 325; Shūshtarī, Iḥqāq al-ḥaqq wa izhāq al-bāṭil, vol. 2, p. 348.
  24. ↑ Iskāfī, Naqḍ al-ʿUthmāniyya, p. 228; Shajarī Jurjāni, Tartīb al-amālī al-khamīsīya, vol. 1, p. 189.
  25. ↑ Shūshtarī, Iḥqāq al-ḥaqq wa izhāq al-bāṭil, vol. 4, p. 27.
  26. ↑ Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 42, p. 41; Hilālī, Kitāb Sulaym b. Qays al-Hilālī, p. 881; Mufīd, al-Irshād, vol. 1, p. 32.
  27. ↑ Iskāfī, al-Miʿyār wa al-muwāzina, p. 35-36; Muttaqī Hindī, Kanz al-ʿummāl, vol. 11, p. 613.
  28. ↑ Ibn Mardawayh, Manāqib ʿAlī b. Abī Ṭālib, p. 115.
  29. ↑ Khaṭīb Baghdādī, Tārīkh-i Baghdād, vol. 13, p. 188; Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 42, p. 472; Ibn ʿAdīm, Bughyat al-ṭalab, vol. 1, p. 292.
  30. ↑ Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 20, p. 361; Haythamī, Majmaʿ al-zawāʾid, vol. 7, p. 235.
  31. ↑ Ḥimawī Shāfiʿī, Farāʾid al-samṭayn, vol. 1, p. 177; Qundūzī, Yanābīʿ al-mawadat, vol. 2, p. 311; Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 42, p. 42; Ganjī al-Shāfiʿī, Kifāyat al-ṭālib, p. 187; Dhahabī, Mīzān al-iʿtidāl, vol. 2, p. 3; Ibn Ḥajar al-ʿAsqalānī, Lisān al-mīzān, vol. 2, p. 414; Ḥaskānī, Shawāhid al-tanzīl, vol. 1, p. 246.
  32. ↑ Qundūzī, Yanābīʿ al-mawadat, vol. 1, p. 173.
  33. ↑ Khwārizmī, al-Manāqib, p. 177; Ibn Ṭāwūs, al-Taraʾif, vol. 1, p. 103.
  34. ↑ Ibn Mardawayh, Manāqib ʿAlī b. Abī Ṭālib, p. 115; Ḥillī, Nahj al-ḥaq, p. 225; Irbilī, Kashf al-ghumma fī maʿrifat al-aʾimma, vol. 1, p. 154.
  35. ↑ Ibn Mardawayh, Manāqib ʿAlī b. Abī Ṭālib, p. 115; Ḥākim al-Nayshābūrī, al-Mustadrak ʿala l-ṣaḥīḥayn, vol. 3, p. 129; Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 42, p. 449; Ibn Kathīr al-Dimashqī, al-Bidāya wa l-nihāya, vol. 7, p. 360.
  36. ↑ Mīr Ḥāmid Ḥusayn, ʿAbaqāt al-anwār, vol. 1, p. 222.
  37. ↑ Ḥillī, Kashf al-yaqīn, p. 425; Ḥillī, Nahj al-ḥaq, p. 394; Ibn Maghāzīlī, Manāqib ʿAlī b. Abī Ṭālib, p. 189; Ḥillī, Minhāj al-kirāma, p. 98.
  38. ↑ Ibn Qutayba al-Dīnawarī, al-Imāma wa l-sīyāsa, vol. 1, p. 98; Ibn Shahrāshūb, Manāqib Āl Abī Ṭālib, vol 3, p. 62; Majlisī, Biḥār al-anwār, vol. 38, p. 28.
  39. ↑ Mufīd, al-Jumal, p. 433.
  40. ↑ rbilī, Kashf al-ghumma fī maʿrifat al-aʾimma, vol. 1, p. 147; Majlisī, Biḥār al-anwār, vol. 33, p. 332; vol. 38, p. 35.
  41. ↑ Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 42, p. 472; Khaṭīb Baghdādī, Tārīkh-i Baghdād, vol. 13, p. 188; Ibn ʿAdīm, Bughyat al-ṭalab, vol. 1, p. 292.
  42. ↑ Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 20, p. 361; Haythamī, Majmaʿ al-zawāʾid, vol. 7, p. 235.
  43. ↑ Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 42, p. 419.
  44. ↑ Ibn Abī l-Ḥadīd, Sharḥ Nahj al-balagha, vol. 9, p. 88.
  45. ↑ Ibn Jawzī, Ṣayd al-khāṭir, vol. 1, p. 397.
  46. ↑ Sibṭ b. al-Jawzī, Tadhkirat al-khawāṣ, p. 35.
  47. ↑ Faqīhīmanī, Ḥaq bā ʿAlī ast, p. 47.
  48. ↑ ʿĀmilī, Ithbāt al-hudāt, vol. 2, p. 318; Armawī, Taʿlīqāt naqḍ, vol. 2, p. 712; Sind, al-Ṣaḥāba bayn al-ʿadāla wa al-ʿiṣmah, p. 203.
  49. ↑ Tījānī Samāwī, al-Shīʿa hum ahl al-Sunna, p. 114.
  50. ↑ Fakhr al-Rāzī, al-Tafsīr al-Kabīr, vol. 1, p. 180.
  51. ↑ Ibn Ṭāwūs, al-Taraʾif, vol. 1, p. 104; Irbilī, Kashf al-ghumma, vol. 1, p. 143; Ḥillī, Nahj al-ḥaq wa Kashf al-ṣidq, p. 224.
  52. ↑ Ṭabrisī, Iʿlām al-warā bi-aʿlām al-hudā, p. 159; Mughnīya, al-Jawāmiʿ wa al-fawāriq bayn al-Sunnat wa al-Shīʿa, p. 92-93.
  53. ↑ Faqīhīmanī, Ḥaq bā ʿAlī ast, p. 137.
  54. ↑ Majlisī, Biḥār al-anwār, vol. 38, p. 29.
  55. ↑ Mufīd, al-Fuṣūl al-mukhtarat, p. 339.
  56. ↑ Mufīd, al-Fuṣūl al-mukhtarat, p. 211.
  57. ↑ Sind, al-Ṣaḥāba bayn al-ʿadāla wa al-ʿiṣmah, p. 203.
  58. ↑ Ibn ʿAṭiyya, Abha l-murād, vol. 1, p. 807; Muqaddas al-Ardabīlī, Ḥadīqat al-shīʿa, vol. 1, p. 327.
  59. ↑ Subḥānī, Aḍwāʾ ʿala ʿaqāʾid al-Shiʿa al-imāmiyya, p. 389; Subḥānī, Buḥūth fī l-milal wa al-niḥal, vol. 6, p. 274.
  60. ↑ Faqīhīmanī, Ḥaq bā ʿAlī ast, p. 145-146.
  61. ↑ Ibn ʿAṭiyya, Abha l-murād, vol. 1, p. 569; Tunikābunī, Ḍiyāʾ al-qulūb, vol. 2, p. 203; Kāshif al-Ghitāʾ, al-ʿAqāʾid al-Jaʿfariyya, p. 53.
  62. ↑ Ṭūsī, Talkhīṣ al-Shāfī, vol. 2, p. 136.
  63. ↑ Bazār, Musnad al-Bazār, vol. 6, p. 98; Tirmidhī, Sunan al-tirmidhī, vol. 5, p. 633; Ibn ʿAsākir, Tārīkh madīnat Dimashq, vol. 44, p. 126.
  64. ↑ Faqīhīmanī, Ḥaq bā ʿAlī ast, p. 101.

Riferimenti

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