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Guerre Ridda

Da wikishia.

Le Guerre Ridda (in arabo: حروب الرِّدَّة), conosciute anche come le Battaglie di apostasia, furono combattute sotto la guida del primo califfo, Abu Bakr ibn Abi Quhafa, negli anni 11/632 e 12/633. Le campagne militari erano dirette contro gruppi riconosciuti come apostati (murtad), falsi profeti e tribù che si rifiutavano di pagare la zakat al governo.

Allorché Khalid ibn al-Walid, il comandante del primo califfo, uccise Malik ibn Nuwayra in quanto questi si rifiutava di pagare la zakat, alcuni compagni del Profeta (S), tra cui Abu Qatada al-Ansari e Umar ibn al-Khattab, protestarono. Questo genere di eventi è spesso citato nei dibattiti teologici per mettere in discussione la teoria della rettitudine dei compagni, poiché in queste battaglie entrambe le parti erano costituite da compagni del Profeta (S), e il fatto che alcuni compagni fossero stati uccisi da altri non è compatibile né con la loro rettitudine né con il concetto di giustizia.

Denominazione e significato

Il termine "guerre ridda" significa letteralmente "guerre di apostasia", si tratta di battaglie decise dal primo califfo contro gruppi da lui considerati apostati. [1] La parola "ridda" si riferisce all’allontanamento da una religione, [2] indicante il passaggio da credente a miscredente. [3] Queste battaglie iniziarono nell’anno 11/632, dopo che Abu Bakr era succeduto al Profeta (S), [4] e continuarono fino al 12/633. [5] Gli scontri si estesero in diverse regioni del mondo islamico, da Medina allo Yemen, fino al Bahrein e ad al-Yamama. [6] Secondo Rasul Ja'fariyan, uno studioso contemporaneo, la principale sfida dopo la scomparsa del Profeta (S) e l’evento di Saqifa fu rappresentata da un movimento noto come "apostasia". [7]

Motivi dell’origine del conflitto e parti coinvolte

Diversi fattori diedero origine alle Guerre Ridda: le false pretese di profezia da parte di figure come Musaylama al-Kadhdhab e Tulayha ibn Khuwaylid al-Asadi, il rifiuto di alcune tribù di giurare fedeltà ad Abu Bakr e il mancato pagamento della zakat al governo da parte di numerose comunità musulmane. [8] Secondo al-Waqidi, storico del II/VIII e III/IX secolo, molte tribù diventarono apostate dopo la nomina di Abu Bakr come successore del Profeta (S). Tra queste vi erano i Banu Asad, il cui capo, Tulayha ibn Khuwaylid al-Asadi, si autoproclamò profeta. Anche i Banu Hanifa si distaccarono dall'Islam per sostenere la presunta profezia di Musaylama al-Kadhdhab. La tribù dei Kinda, sotto la guida di al-Ash'ath ibn Qays, abbandonò a sua volta la religione. [9]

Le motivazioni dietro il rifiuto di pagare la zakat erano varie: alcune tribù, composte principalmente da neoconvertiti, trovavano difficile adempiere tale obbligo; [10] altre, pur avendo sempre pagato la zakat in passato, si rifiutarono di versarla ad Abu Bakr. [11] Questo rifiuto era spesso motivato dalla mancata accettazione di Abu Bakr come califfo, poiché alcuni ritenevano che la guida della comunità musulmana dovesse spettare alla famiglia del Profeta (S). [12]

Secondo Rasul Ja'fariyan, Malik ibn Nuwayra e la sua tribù appartenevano al gruppo che si opponeva al califfato di Abu Bakr, sostenendo invece la legittimità della famiglia del Profeta (S). [13] Si riporta inoltre che al-Harith ibn Mu'awiya espulse il rappresentante di Abu Bakr dalla sua tribù, poiché riteneva che il califfato fosse diritto esclusivo della famiglia del Profeta (S). [14]

Tra i comandanti inviati da Abu Bakr per affrontare le rivolte si annoverano Khalid ibn al-Walid, 'Ikrima ibn Abi Jahl e Khalid ibn Sa'id ibn al-'As. [15] Durante queste campagne, Khalid ibn al-Walid uccise Malik ibn Nuwayra, un compagno del Profeta (S), con l’accusa di essersi rifiutato di pagare la zakat. [16]

Reazioni

Le Guerre Ridda suscitarono reazioni contrastanti. Alcuni compagni del Profeta (S) ritenevano che combattere contro tribù che credevano nel monoteismo fosse contrario agli insegnamenti del Profeta (S). [17] Essi suggerirono di attendere che la fede si radicasse nei loro cuori, prima di insistere sulla riscossione della zakat. [18] Tuttavia, Abu Bakr dichiarò che non vi era differenza tra chi trascurava le preghiere e chi rifiutava la zakat, considerandoli entrambi apostati da combattere. [19]

Secondo Wilferd Madelung, un rinomato studioso tedesco di islamistica e storia dell’Islam, Abu Bakr respinse ogni tentativo di negoziazione o compromesso riguardo alla zakat, affermando che il suo pagamento era il criterio principale per valutare la fedeltà delle tribù all'Islam. Abu Bakr considerava chi non pagava la zakat al pari degli apostati, e quindi andavano trattati come coloro i quali avevano abbandonato l'Islam o che non lo avevano mai accettato. [20]

L'uccisione di Malik ibn Nuwayra e della sua tribù da parte di Khalid ibn al-Walid suscitò molte obiezioni, tra cui quelle di Abu Qatada al-Ansari e di altri compagni del Profeta (S). [21] Umar ibn al-Khattab sostenne che Khalid ibn al-Walid dovesse essere sottoposto al qisas (giustizia retributiva) per l'uccisione di Malik e lapidato per il suo rapporto sessuale con la moglie di Malik. Nonostante ciò, Abu Bakr continuò a difendere le azioni di Khalid. [22]

Conseguenze

Le Guerre Ridda ebbero implicazioni sia politiche che militari. Da un lato, rappresentarono una crisi per l’autorità di Abu Bakr, dall’altro, segnarono l’inizio di operazioni militari su larga scala nell’Hijaz, con un’esperienza bellica senza precedenti per le tribù coinvolte. [23]

Ripercussioni teologiche

Gli eventi delle Guerre Ridda sono spesso discussi nei dibattiti teologici per mettere in dubbio la rettitudine dei compagni del Profeta (S), poiché essi facevano parte di entrambe le parti coinvolte nelle battaglie. L’apostasia di alcuni, l’uccisione di Malik ibn Nuwayra e il comportamento di Khalid ibn al-Walid, compreso il suo matrimonio con la vedova di Malik, sono spesso considerati incompatibili con l’idea di rettitudine dei compagni. [24]

Bibliografia

Le Guerre Ridda, oltre a essere ampiamente trattate nelle fonti storiche, sono analizzate anche in opere indipendenti, tra cui: [25]

  • Kitab al-Ridda di Abu Mikhnaf (m. 157/774)
  • Al-Mab'ath wa l-maghazi wa l-wafat wa al-saqifa wa al-radda di Aban ibn Uthman
  • Kitab al-Riddah di Sayf ibn Umar al-Asadi (m. 170/786-7)
  • Kitab al-Riddah di 'Abd Allah ibn Wahb al-Fihri al-Qarashi (m. 197/812-3)
  • Kitab al-Ridda di Hisham ibn Muhammad al-Kalbi (m. 204/819-20)
  • Kitab al-Ridda di Ishaq ibn Bishr al-Bukhari (m. 206/821-2)
  • Kitab al-Ridda di Muhammad ibn 'Umar al-Waqdi (m. 207/822-3)
  • Kitab al-Ridda di Abu l-Hasan 'Ali ibn Muhammad al-Mada'ini (m. 215/830-1)
  • Kitab al-Ridda di Isma'il ibn 'Isa al-'Attar (m. 232/846-7)
  • Kitab al-Ridda di Wathima ibn Musa al-Farsi (m. 237/851-2)

Approfondimenti

Il libro Jang-ha-ye ertedad va bohran-e janeshini-ye Payambar (Le battaglie di apostasia e la crisi della successione del Profeta), scritto da Ali Ghulami Dihaqi, offre una disamina basata su fonti sia sciite che sunnite. L’autore conclude che, a Medina, un gruppo di ribelli contrario al califfato di Abu Bakr era diventato apostata. Tuttavia, vi erano anche altri gruppi con motivazioni politiche ed economiche che, pur accettando l'Islam e le sue norme, furono ugualmente repressi da Abu Bakr con l'accusa di apostasia. Questo studio, pubblicato dall'Istituto Educativo e di Ricerca Imam Khomeini, rappresenta un'importante risorsa per comprendere la complessità di questi eventi storici. [26]