Questo articolo introduce la dodicesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya; per leggere il testo completo, consulta text:Dodicesima Supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya.

La dodicesima supplica de al-Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya (in arabo: الدعاء الثاني عشر من الصحيفة السجادية) è una preghiera trasmessa dall’Imam al-Sajjad (A): essa include la confessione dei propri peccati e la richiesta di essere guidati al pentimento sincero. In questa supplica, l’Imam al-Sajjad (A) fa riferimento anche ai fattori che portano alla privazione dell’opportunità di supplicare, alle caratteristiche dei servi prediletti di Dio, al cammino del pentimento sempre accessibile e agli stati dei servi di Dio che si pentono.

Questa supplica è stata ampiamente spiegata in commentari come Riyad al-Salikin (in arabo) di al-Sayyid 'Ali Khan al-Madani, Diyar-e Asheqan di Husayn Ansarian e Shohud va shenakht di Hasan Mamduhi Kermanshahi (in persiano).

Dottrina

I temi centrali della dodicesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya riguardano la confessione dei peccati, la richiesta di ritornare a Dio, i fattori che portano alla privazione dell'opportunità di supplicare, le caratteristiche dei servi pentiti e i tratti distintivi dei migliori servi di Dio.[1] Di seguito sono riportati gli insegnamenti espressi dall’Imam al-Sajjad (A) nei sedici versi della supplica:[2]

  • Fattori che portano alla privazione dell'opportunità di supplicare:
    • La negligenza nell’adempiere i comandamenti divini.
    • L’ignoranza riguardo ai propri obblighi religiosi.
    • L’affrettarsi a compiere ciò che Dio ha proibito.
    • L’ingratitudine verso le benedizioni divine.
  • La grazia divina come fondamento della fede che le persone ripongono in Dio e delle loro richieste rivolte a Lui.
  • Il bisogno di Dio da parte delle creature.
  • La richiesta dell’aiuto divino per essere redenti dai peccati.
  • La preoccupazione per le conseguenze dei peccati e della disobbedienza.
  • La via per il pentimento dei peccatori è sempre aperta.
  • Sfruttare l’opportunità del pentimento prima che sia troppo tardi.
  • Gli stati di un servo pentito, essi comprendono:
    • Chinarsi in umiltà e modestia.
    • Tremore delle gambe.
    • Pianto e lacrime che scorrono.
  • Speranza nel perdono divino: la misericordia di Dio precede la Sua ira quando il servo si pente sinceramente.
  • Lo sforzo per attirare la misericordia e il perdono divini.
  • La confessione delle proprie mancanze innanzi a Dio.
  • Caratteristiche dei migliori e più amati servi di Dio:
    • Si astengono dalla vanità.
    • Evitano di persistere nel peccato.
    • S’impongono di chiedere perdono a Dio.
  • Confidare in Dio e richiesta di perdono per la propria vanità e la persistenza nei peccati.
  • Rifugiarsi in Dio dagli effetti negativi dei peccati e mantenere la speranza nella Sua grazia.
  • Confidare in Dio, rifugiarsi in Lui ed esprimere la propria umiltà verso di Lui.
  • Rifugiarsi in Dio come unico modo per ottenere la vittoria spirituale.
  • Godimento delle benedizioni divine anche da parte dei peccatori.
  • Le persone danneggiano se stesse nel peccare.
  • Il compiacimento di Dio per i piccoli atti di bontà dei Suoi servi ai quali concede abbondanti ricompense.[3]

Commentari

La dodicesima supplica è stata spiegata in numerosi commentari in arabo de al-Sahifa al-Sajjadiyya, tra cui:

  • Fi zilal al-Sahifa al-Sajjadiyya di Muhammad Jawad Mughniya.[4]
  • Riyad al-'arifin di Muhammad ibn Muhammad al-Darabi.[5]
  • Afaq al-ruh di Muhammad Husayn Fadl Allah.ref>Faḍl Allāh, Āfāq al-rūḥ, vol. 1, p. 299-316.</ref>
  • Riyad al-Salikin di Sayyid Ali Khan al-Madani.[6]

I termini utilizzati nella supplica sono stati inoltre illustrati in commentari lessicali come Ta'liqat 'ala l-Sahifa al-Sajjadiyya di Fayd Kashani.[7]

La dodicesima supplica de al-Sahifa al-Sajjadiyya è stata trattata anche in commentari in persiano, come:

  • Diyar-e Asheqan di Husayn Ansarian.[8]
  • Shohud va shenakht di Muhammad Hasan Mamduhi Kermanshahi.[9]
  • Sharh va tarjome-ye Sahife-ye Sajjadiyye di Sayyid Ahmad Fihri.[10]

Footnote

  1. Mamdūḥī Kirmanshāhī, Shuhūd wa shinākht, vol. 1, p. 505.
  2. Translation and commentary of Twelfth Supplication of al-Sahifa al-Sajjadiyya
  3. Anṣārīyān, Diyār-i āshiqān, vol. 5, p. 129-157; Mamdūḥī Kirmanshāhī, Shuhūd wa shinākht, vol. 1, p. 505-557.
  4. Mughnīya, Fī zilāl al-Ṣaḥīfa, p. 171-181.
  5. Dārābī, Rīyāḍ al-ʿārifīn, p. 145-158.
  6. Madanī Shīrāzī, Rīyāḍ al-sālikīn, vol. 2, p. 465-523.
  7. Fayḍ al-Kāshānī, Taʿlīqāt ʿalā l-Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya, p. 35-38.
  8. Anṣārīyān, Diyār-i āshiqān, vol. 5, p. 125-157.
  9. Mamdūḥī Kirmanshāhī, Shuhūd wa shinākht, vol. 1, p. 505-557.
  10. Fihrī, Sharḥ wa tarjuma-yi Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya, vol.2, p. 15-62.

Riferimenti

  • Anṣārīyān, Ḥusayn. Dīyār-i Āshiqān: tafsīr-i jāmiʿ al-Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya. Tehran: Payām-i Āzādī, 1372 Sh.
  • Dārābī, Muḥammad b. Muḥammad. Rīyāḍ al-ʿārifīn fī sharḥ al-Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya. Edited by Ḥusayn Dargāhī. Tehran: Nashr-i Uswa, 1379 Sh.
  • Faḍl Allāh, Sayyid Muḥammad Ḥusayn. Āfāq al-rūḥ. Beirut: Dār al-Mālik, 1420 AH.
  • Fihrī, Sayyid Aḥmad. Sharḥ wa tarjuma-yi Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya. Tehran: Nashr-i Uswa, 1388 Sh.
  • Fayḍ al-Kāshānī, Muḥammad b. al-Murtaḍā al-. Taʿlīqāt ʿalā l-Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya. Tehran: Muʾassisat al-Buḥūth wa l-Taḥqīqāt al-Thiqāfīyya, 1407 AH.
  • Madanī Shīrāzī, Sayyid ʿAlīkhān. Rīyāḍ al-sālikīn fī sharḥ al-Ṣaḥīfa Sayyid al-Sājjidīn. Qom: Muʾassisat al-Nashr al-Islāmī, 1435 AH.
  • Mughnīya, Muḥammad Jawād al-. Fī zilāl al-Ṣaḥīfa al-Sajjādīyya. Qom: Dār al-Kitāb al-Islāmī, 1428 AH.
  • Mamdūḥī Kirmanshāhī, Ḥasan. Shuhūd wa shinākht; tarjuma wa sharḥ Ṣaḥīfa-yi Sajjādīyya. Qom: Būstān-i Kitāb, 1388 SH.