Ali waliyyu-Llah

Da wikishia.

Ali waliyyu-Llah (traduzione: Ali è l’autorità da parte di Dio) è il motto degli sciiti in merito al credo nell’Imamato e nella wilayah dell’imam Ali (A). Gli sciiti sostengono che il califfato di Ali (A) dopo la dipartita del Profeta (S) sia un ordine divino.

Gli sciiti durante la chiamata alla preghiera (azan e iqamah), dopo la testimonianza della profezia del Profeta [Muhammad] (S), e anche dopo il shahadatayn [della preghiera], testimoniano anche che “Ali waliyyu-Llah” (Ali è l’autorità da parte di Dio), anche se non lo considerano parte dell’azan o dell’iqamah.

Mirza-ye Qomi, sapiente sciita del tredicesimo secolo (dopo l’Egira), sosteneva che è meritorio dire “Ali waliyyu-Llah” dopo la frase “la ilaha illah-Llah, Muhammadun rasulu-Llah”. Similmente, secondo Seyyed Mohammad Hoseyn Hosseyni Tehrani queste affermazioni sono inseparabili, poiché il primo giorno in cui il Profeta (S) invitò i propri famigliari all’Islam ordinò anche di seguire l’Imam Ali (A).

Sono rimaste delle monete con l’iscrizione “Ali waliyyu-Llah” risalenti ai governi sciiti, Ismailiti e Fatemidi, di cui le più antiche appartengono alla seconda metà del quarto secolo (dopo l’Egira). Questa frase è stata utilizzata anche nell’architettura sciita e all’epoca dei Fatemidi, tra cui il mihrab costruito nell’anno 1094 nella moschea di Ibn Tulun al Cairo.

Importanza e concettologia

“Ali waliyyu-Llah” è uno dei motti manifesti dello sciismo in merito al credo nell’imamato e alla wilayah dell’imam Ali (A), proveniente dal "versetto della wilayah" e da hadith come "l’hadith della wilayah" e il sermone di Ghadir. [3] Gli sciiti sostengono che “Ali waliyyu-Llah” significa che “Ali è l’autorità [4] da parte di Dio” e che il califfato di Ali (A) dopo la dipartita del Profeta (S) era un ordine divino. [6] Mentre i sunniti accettano il califfato di Ali (A) dopo il califfato dei tre califfi [7] e non considerano nessuno di questi califfati [un’investitura] da parte di Dio.

La frase “Ali waliyyu-Llah”, nei quattro libri sciiti, è stata citata nelle opere Al-Kafi [9] e Man La Yahduruhu al-Faqih [10]. Inoltre nei testi delle zyarat citati in questi libri, l’imam Ali (A) è citato con il titolo di “waliyyu-Llah”. [11] In alcuni hadith delle fonti di tradizioni sciite, dopo l’espressione “Ali waliyyu-Llah” è riportata la frase “wasi rasulLah” (successore dell’Inviato di Dio) [12] e in alcuni “khalifatu ba’di rasuliLlah” (califfo dopo l’Inviato di Dio). [13] Anche alcuni sunniti sufi hanno citato l’espressione “Ali waliyyu-Llah” nelle proprie opere. [14]

Gli sciiti, quando celebrano la festa di Ghadir, installano cartelloni e bandiere con la frase “Ali waliyyu-Llah”. [15] La incidono anche sulla pietra degli anelli ed [16] inoltre tra le usanze di alcuni sciiti in Iran vi è quella di scrivere tale frase sul parabrezza posteriore dell’auto. [17]

La terza testimonianza

Gli sciiti durante la chiamata alla preghiera (azan e iqamah), dopo la testimonianza nella profezia del Profeta [Muhammad] (S), testimoniano che “Ali waliyyu-Llah”. [18] I giurisperiti sciiti non la considerano parte dell’azan o dell’iqamah; [19] però molti di loro permettono di recitarla con l’intenzione di ottenere un merito. [20] Inoltre gli sciiti per testimoniare la conversione all’Islam, dopo aver testimoniato il monoteismo e la profezia del Profeta (S) testimoniano che “Ali waliyyu-Llah”; [21] nonostante i giurisperiti sciiti non lo considerino necessario per abbracciare l’Islam. [22]

In alcune tradizioni da fonti di hadith sciite, dopo l'espressione “la ilaha illa-Llah, Muhammadun rasulu-Llah”, è citata la frase “Ali waliyyu-Llah” [23] aggiungendo che dire tale frase dopo l’espressione in questione porta al perdono dei peccati. [24] Mirza-ye Qomi, giurisperita sciita del tredicesimo secolo (dopo l’Egira), basandosi sugli hadith, considerò meritorio dire “Ali waliyyu-Llah” dopo “Muhammadun rasulu-Llah”. [25] Seyyed Mohammad Hoseyn Hoseyni Tehrani, sapiente sciita (defunto nel 1995), sosteneva che l’espressione “la ilaha illa-Llah, Muhammadun rasulu-Llah, Ali waliyyu-Llah” è inscindibile. Egli è arrivato a tale conclusione basandosi sull’hadith Yawm ad-Dar, secondo cui il primo giorno che il Profeta(S) ha invitato i propri famigliari all’Islam e a pronunciare la shahadatayn ha anche ordinato di seguire l’imam Ali (A). [26]

In base ad alcuni hadith, il Giorno della Resurrezione, sulle corone in capo al Profeta (S) [27] e all’imam Ali (A) [28] ci sarà scritta l’espressione “la ilaha illa-Llah, Muhammadun rasulu-Llah, Ali waliyyu-Llah”. Simili descrizioni sono state citate anche in alcuni altri hadith da fonte sciite.

L’espressione “bismillahi ar-Rahman ar-Rahim, la ilaha illa-Llah, Muhammadun rasulu-Llah, Ali waliyyu-Llah” era una delle espressioni che venivano scritte sulle stoffe dell’epoca dei Fatimidi. [30]

Coniazione di moneta con la frase “Ali waliyyu-Llah”

Alcuni governatori dei governi sciiti, [32] Ismailiti [33] e Fatimidi [34], hanno coniato monete con l’espressione “Ali waliyyu-Llah”. Alcuni di essi sono i seguenti:

  • Bavandidi a Tabarestan nella seconda metà del quarto secolo (dopo l’Egira) [35]
  • Dailamidi a Gilan [36]
  • Buwayhidi dopo che al-Basasiri ottenne il governo (defunto 1059) [37]
  • Oljeitu, ottavo imperatore Ilkhanide, dopo aver cambiato denominazione in quella sciita [38]
  • Sarbadar (governo 1335-1386) [39]
  • Isma’ilyan al-Mawt (governo 1090-1256) [40]
  • Safavidi (governo 1501-1722) [41]

È stata registrata anche l’impressione della frase “Ali waliyyu-Llah” sulle monete da parte di governatori non sciiti come Arghun, il quarto governatore Ilkhanato (governo 1284-1291) [42] e Ak Koyunlu (governo 1467-1502) [43]. Alcuni ricercatori storici sostengono che il motivo di ciò sia stata l’inclinazione del credo dei governatori verso la denominazione sciita [44] oppure per ottenere il supporto degli sciiti [45].

Negli edifici storici e religiosi

La frase “Ali waliyyu-Llah” veniva utilizzata nell’architettura sciita [47] e all’epoca dei Fatimidi. [48] Per esempio nell’anno 1085 venne aggiunta un mihrab alla moschea di Ibn Tulun al Cairo, dove venne scritta la frase “la ilaha illa-Llah, Muhammadun rasulu-Llah, Ali waliyyu-Llah”. [49] Questo mihrab venne costruito all’epoca del califfato di Ma’azh Mustansir Fatemi (governo 1035-1094), diciottesimo imam ismailita. [50]

Sulla cupola di Soltaniyeh, presso la città di Soltaniyeh in Iran, è stata incisa l’iscrizione “Ali waliyyu-Llah” risalente all’anno 1310. La cupola di Soltaniyeh è stata costruita per ordine di Oljeitu, ottavo re Ilkhanide, dopo che divenne sciita. [51] Inoltre la frase “Ali waliyyu-Llah” è stata incisa sui muri della moschea Kabud di Tabriz che venne costruita all’epoca dello shah Jahan, uno dei re Qara Qoyunlu, nell’anno 1465. [52] Anche il mihrab del mausoleo del discendente dell’imam, Habib ibn Musa, a Kashan, risalente all’anno 1368, mostra la scritta “la ilaha illa-Llah, Muhammadun rasulu-Llah, Ali waliyyu-Llah”. [53]

La frase “Ali waliyyu-Llah” è stata utilizzata anche nel mausoleo di alcuni imam e discendenti degli imam; tra cui il sepolcro dell’Imam Ali (A), [54] il sepolcro dell’Imam Reza (A) [55] e il minareto del mausoleo del nobile Abbas (A). [56]

Nella letteratura

La frase “Ali waliyyu-Llah” è stata utilizzata nella letteratura araba e persiana. Per esempio Fazl ibn Abbas Lahabi, uno dei poeti dei Bani Hashem, Ibn Shahrashub, sapiente sciita del sesto secolo (dopo l’Egira) e Jamal al-Din Muhammad Najafi Malaki (defunto dopo l’anno 1675), poeta e discendente di Malik al-Ashtar [64] hanno utilizzato la frase “Ali waliyyu-Llah” nelle proprie poesie arabe.

Sayyid Ali Imad al-Din Nasimi, poeta sufi dell’ottavo secolo (dopo l’Egira), Asiri Lahiji Nurbakhshi, sufi del nono secolo (dopo l’Egira), Arafi Shirazi, poeta del decimo secolo (dopo l’Egira), [59] MohammadQoli Salim Tehrani, poeta dell’undicesimo decolo (dopo l’Egira), [60] e Mohammad Kazem Ashofte Shirazi, poeta dell’epoca Qajarita [61] e molti altri poeti hanno utilizzato la frase “Ali waliyyu-Llah” nelle proprie poesie.